9 Modi per insegnare ai ragazzi a odiare la lettura. Numero 1: Presentare il libro come un’alternativa alla TV
Gianni Rodari non ha bisogno di presentazioni né di commenti. Vi proponiamo i suoi “9 modi per insegnare ai ragazzi a odiare la lettura”.
9 MODI PER INSEGNARE AI RAGAZZI A ODIARE LA LETTURA
- Presentare il libro come un’alternativa alla TV.
- Presentare il libro come un’alternativa al fumetto.
- Dire ai bambini di oggi che i bambini di una volta leggevano di più.
- Ritenere che i bambini abbiano troppe distrazioni.
- Dare la colpa ai bambini se non amano la lettura.
- Trasformare il libro in uno strumento di tortura.
- Rifiutarsi di leggere al bambino.
- Non offrire una scelta sufficiente.
- Ordinare di leggere.
PRESENTARE IL LIBRO COME UN’ALTERNATIVA ALLA TV
“Leggi, invece di guardare la televisione”.
“Se non ti vedo leggere vendo la televisione”.
“Prendi i libri di scuola, invece di perdere tempo con quelle stupidate”.
Non pretendo di conoscere tutte le espressioni particolari usate dai sostenitori di questo sistema quasi infallibile. I bambini sanno che la tv non è una “stupidata”: la trovano divertente, piacevole, utile. Può darsi che le sacrifichino qualche ora più del necessario, può darsi che si riducano talvolta in quello stato di semi-incoscienza nel quale il telespettatore abituale, bambino e adulto, casca dopo qualche tempo, e di cui è sintomo la totale passività con cui accetta dal teleschermo, senza scegliere e senza reagire, qualsiasi programma.
Questo non toglie che nel complesso i meriti educativi della tv superino i suoi demeriti. Il teleschermo arricchisce il punto di vista, nutre il vocabolario, mette in circolo una quantità inverosimile d’informazioni, inserisce i nostri piccoli analfabeti in un circuito più vasto di quello familiare, che non sempre è vivificato dalle informazioni, dalla cultura, dalle idee. Si potrebbe quasi dire che la tv diminuisce le difficoltà della lettura. Intanto, perché crea (e sia pure a un livello discretamente basso) una specie di unità nazionale della lingua, e aiuta l’orecchio del bambino a superare l’ostacolo delle profonde differenze tra il dialetto nativo e materno e la lingua scolastica. Poi, perché rende familiari, attraverso il suono e l’immagine, un certo numero di parole “difficili”, di quelle davanti a cui i piccoli lettori incespicano inevitabilmente; e forse oggi incespicano meno di prima.
Psicologicamente poi, non mi pare che negare un divertimento, un’occupazione piacevole (o sentita come tale, che è lo stesso) sia il modo ideale di farne amare un’altra: sarà piuttosto il modo di gettare su quest’altra un’ombra di fastidio e di castigo.
BIBLIOGRAFIA
Gianni Rodari, 9 modi per insegnare ai ragazzi a odiare la lettura, Giornale dei Genitori” [GdG. 64. n.10/00], 1964