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Autore: portalebambini.it

Dove acquistare i materiali Montessori?

Chi si avvicina al metodo Montessori spesso ha difficoltà a recuperare i materiali descritti da Maria Montessori: i negozi di giocattoli non li commercializzano e recuperare prodotti di qualità non è così semplice.

I materiali Montessori, studiati in origine dalla pedagogista per le sue Case dei Bambini, venivano realizzati appositamente dai falegnami. Questo per garantire la massima qualità del prodotto. Cubi, incastri, torri e pannelli, infatti, devono essere robusti, in modo tale che i bambini li possano maneggiare a lungo, senza usurarli. Inoltre, non devono confondere i sensi del bambino ma, al contrario, devono infondergli calma e stimolare la sua cognizione.
Ecco perché è bandita la plastica insieme ai colori troppo accesi. L’ideale è il legno grezzo, oppure il legno verniciato con tinte tenui (rosa antico, azzurro cenere).

Ad oggi, la spesa per farsi realizzare un set di materiali Montessori dal proprio falegname di fiducia rischia di essere eccessiva; ecco perché, in prima battuta, ci conviene cercare online alla scoperta di quelle realtà che li realizzano apposta per noi.

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I SUGGERIMENTI DI PORTALE BAMBINI

Portale Bambini ha cercato (e trovato) per voi i materiali Montessori più comuni. Cliccando sui link azzurri sotto ogni articolo potrete acquistarlo con la massima semplicità.

TORRE ROSA MONTESSORI

Un materiale pensato per stimolare nel bambino la comprensione dei rapporti tra dimensioni: la torre rosa è composta da 10 cubi con il lato di dimensione crescente, da 1 a 10 cm (quelle in commercio solitamente sono più grandi, per facilitare la manipolazione).

torre rosa montessori

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PANNELLI MONTESSORI

Conosciuti al di fuori dell’ambiente montessoriano come pannellì delle attività, sono un’ottimo strumento per divertire e rilassare i bambini con attività ispirate alla vita pratica come forme da incastrare, serrature da aprire o chiudere e lacci. Dei vari materiali Montessori, questo è di gran lunga il più diffuso ed è un ottima attività per chi non viene educato seguendo il metodo in modo rigoroso.

Scopri i pannelli Montessori prodotti da Melissa & Doug (E SCOPRI LE OFFERTE SU QUESTA MARCA!)

NOMENCLATURE

L’approccio alla conoscenza secondo il metodo Montessori, le nomenclature o “prime immagini” sono un materiale necessario per insegnare al bambino a riconoscere (e a chiamare con il loro nome) piante, animali ed oggetti. Per saperne di più sulle nomenclature vi suggeriamo la nostra guida dedicata > Nomenclature Montessori

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BANCO DA MARTELLARE

Un gioco che è un vero e proprio strumento di lavoro, per insegnare al bambino a coordinare i movimenti, a dosare la propria forza e

materiali montessori da acquistare

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FORME, PESI E MISURE

Maria Montessori sosteneva l’importanza, per il bambino, di imparare concetti quali quello di forma, di peso, di misura con le proprie mani, attraverso giochi che inconsciamente stimolassero queste funzioni cognitive. I materiali utili in questo senso sono quelli che permettono di impilare o incastrare oggetti vari.

cilindri montessori acquista

Acquista i materiali Montessori per imparare a riconoscere forme, pesi e misure

MATERIALE MONTESSORI: ACQUISTATELO ONLINE

L’e-commerce vi offre una scelta di materiali vastissima, spesso di buona qualità e a prezzi contenuti. Purtroppo, essendo un metodo ancora poco diffuso (quasi tutti ne conoscono le linee guida, ma i materiali sono utilizzati da una cerchia ristretta di persone), spesso è difficile trovare un numero di recensioni sufficiente a valutare.
Il marketplace migliore per i nostri acquisti online è sicuramente Amazon.it, che offre la possibilità di acquistare quasi tutti i materiali Montessori comparando le offerte di diversi produttori.

MONTESSORI 4YOU

Montessori 4 You è un brand tutto italiano che nasce proprio per diffondere il metodo e i materiali montessoriani; commercializza una linea di materiali certificati CE e di alta qualità; il prezzo non è economico come quello della concorrenza, ma la qualità è garantita.

> Scopri i materiali Montessori 4 You <

MELISSA & DOUG

Il marchio americano Melissa & Doug produce giocattoli sensoriali (solitamente in legno) a prezzi accessibili. Da loro potete trovare delle meravigliose tavole delle attività, ispirate ai pannelli Montessoriani. In particolare, proprio i pannelli delle attività sono un ottimo regalo per bambini fino a 4 anni di età, che raccomandiamo caldamente.

> Scopri i materiali Melissa & Doug <

VIVO MONTESSORI

Diversamente dai due marchi precedenti, Vivo Montessori opera solo tramite il suo sito web (non potrete acquistare tramite Amazon.it) che raccoglie e rivende vari materiali adatti al metodo.

> Scopri vivomontessori.it <

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Palline e ghirlande di Natale con la carta stagnola

Questo week end o tra qualche giorno probabilmente vi cimenterete con la preparazione dell’albero di Natale e delle decorazioni, come ad esempio le ghirlande da appendere sulla porta di ingresso. Solitamente vengono acquistate già pronte ma, come al solito, vogliamo darvi qualche spunto da preparare con i bimbi, Si tratta di idee creative basate sul riciclo, perché crediamo che riutilizzare e inventare siano due valori per questa festività ed un dono da trasmettere ai bambini.

PALLINE DI STAGNOLA

Cosa ci serve:

  • sfere in polistirolo
  • carta stagnola
  • nastri
  • spilli
  • colla a caldo
  • perline

Come si fa:

  • Tagliate delle strisce di carta stagnola lunghe circa 30 cm e alte 10 (la quantità delle strisce dipende dalla grandezza della sfera; partite con un numero relativamente poco poi realizzatele man mano che servono)
  • Piegate le strisce a metà e, partendo da un’estremità, iniziate ad avvitare la carta su se stessa formando un cordoncino.
  • Con i cordoncini create delle spirali arrotolate su se stesse e fissatele sulla sfera di polistirolo con gli spilli
  • Una volta ricoperta tutta la superficie della sfera incollate le perline ed il nastro per appendere la decorazione

Una variante più semplice consiste nell’avvolgere completamente la sfera di polistirolo di carta stagnola, fissando poi più nastri colorati tutto intorno per creare dei punti di colore. Vedete qui sotto qualche esempio:

GHIRLANDA CON LA STAGNOLA

Cosa ci serve: 

  • rotolo di carta stagnola
  • cartoncino spesso (ad esempio potete riutilizzare quello degli scatoloni)
  • forbici
  • palline di Natale
  • colla a caldo

Come si fa:

  • Ritagliate un cerchio nel cartoncino del diametro di una quarantina di cm, dopodichè, all’interno, nella parte centrale del cerchio, ritagliate un cerchio più piccolo così da creare un anello che farà da supporto alle decorazioni
  • Rivestite l’anello con un primo strato di carta stagnola, avendo l’accortezza di farla aderire al cartoncino. Essendo un materiale estremamente malleabile, non occorrerà fissarlo con la colla ma, se preferite, potete farlo sul retro del cartoncino per garantire maggiore stabilità
  • A questo punto rivestite il cartoncino con un secondo strato di stagnola, ma senza farlo aderire, in modo tale che si possano modellare delle arricciature
  • All’interno delle arricciature, fissate con la colla a caldo le palline di Natale e, nella parte alta del cerchio, il nastro da appendere.
  • Potete fissare alla ghirlanda anche altri elementi, come ad esempio stelline coperte di glitter colorato o nastri. Il risultato dovrebbe essere più o meno così:

a cura di Alessia de Falco

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I LEGO e i loro benefici psicologici

Che giocare sia fondamentale per un’infanzia felice e una crescita ottimale già lo sapevamo. Così come sapevamo che alcuni giocattoli fossero migliori di altri. Ma quanto migliori? Stando ad alcuni studi, sembrerebbe che i LEGO siano un giocattolo/attività in grado di produrre grandi benefici in chi ci gioca.

E in effetti, oltre ad essere particolarmente utilizzati nell’ambito del coaching aziendale e delle tecniche di team building, i LEGO sono diventati protagonisti di una vera e propria metodologia di allenamento creativo: LEGO® Serious Play® (qui il sito ufficiale). La metodologia non è un’invenzione degli ultimi anni, bensì il frutto un filone di ricerca inaugurato negli anni ’90 con i primi studi sul “gioco serio”.

COSTRUIRE SIGNIFICA CREARE CONNESSIONI

Dietro l’operazione delle costruzioni, vi è la costruzione e definizione continua di significati e pensieri. In particolare, il metodo LEGO® Serious Play® si concentra su tre elementi: quello di gioco, quello di costruttivismo ed infine quello di immaginazione. Queste tre leve, se combinate insieme nel modo corretto, possono favorire il pensiero creativo ma anche la capacità di lavorare in squadra per raggiungere un obiettivo specifico.

Secondo Maria Teresa Mata, le costruzioni di LEGO stabiliscono delle connessioni ad un livello nuovo. Quando iniziamo ad unire i mattoncini, la creatività e l’immaginazione, insieme con il lavoro manuale, innescano dei processi mentali che aiutano l’osservatore a ottenere una conoscenza più profonda dell’individuo.

La mente è meravigliosa, 2017

Quindi, oltre ad essere un’attività che favorisce la comprensione dei problemi, giocare a costruire aiuta anche a comprendere meglio se stessi e i propri meccanismi mentali. In questo senso, anche il gioco libero, qualora combini le tre leve descritte sopra produrrà una serie di benefici degni di nota. Rispetto ad un’applicazione più rigorosa della metodologia LEGO® Serious Play® , i benefici potranno essere leggermente inferiori, ma comunque presenti ed apprezzabili.

LEGO PER IL PROBLEM SOLVING

Risolvere problemi, semplici o complessi, è una competenza chiave per tutti quanti noi. Non tutti i giochi pongono il bambino di fronte ad un “problema”: un gioco di costruzioni richiede una specifica progettualità, ma anche la capacità di immaginarsi l’oggetto finale manipolando mentalmente i materiali e le procedure. Può sembrare semplice, ma il passaggio è altamente complesso!

Allo stesso modo, un gioco immaginativo richiede un ripensamento degli oggetti, dell’ambiente, dello spazio-tempo ludico e di una serie di altre variabili. Tanto più i materiali che utilizziamo sono semplici, quanto più l’immaginazione dovrà dare fondo alle sue risorse. I bambini, naturalmente, adorano giocare in questo modo: il gioco che attiva la mente è un gioco appagante, che ci spinge ad entrare nel suo mondo e a padroneggiare appieno le sue regole.

I LEGO, grazie alla sterminata mole di mattoncini disponibili e alla possibilità di combinarli per creare qualsiasi oggetto o figura, si collocano senza dubbio tra i migliori giochi per stimolare il problem solving. Questo vantaggio è dovuto alla loro lunga storia, alla costante innovazione tecnologica e all’intuizione geniale dei mattoncini da incastrare (molto più versatili, per esempio, delle costruzioni magnetiche).

E A CASA?

Se ti abbiamo appassionato con questa breve considerazione, ti consigliamo di dare un’occhiata anche a Serious Play Italia. A cura di Trivioquadrivio, è il principale punto di riferimento in lingua italiana per questa metodologia. E per concludere, proviamo a rispondere alla fatidica domanda:

Ma allora dovremmo cominciare tutti a giocare con i LEGO?

Incoraggiare l’utilizzo dei LEGO può essere sicuramente un’ottima idea. Ricordiamo però che il gioco è tale solo quando è libero; dunque, non sforzarti di far piacere i mattoncini ad un bimbo o una bimba che amano disegnare e saltare la corda. L’interesse spontaneo e naturale è essenziale perché si possa parlare di gioco educativo.

Se hai in casa dei piccoli costruttori, potrebbe essere una buona idea giocare con loro, magari proponendo delle sfide che li costringano a pensare diversamente dal solito, magari adottando soluzioni innovative. Non si tratta di fare coaching ai bambini, ma solo di fornire uno stimolo che possa aiutarli ad aprire la propria mente.

Come al solito, vince il non metodo. Se la documentazione scientifica che potete trovare in rete non vi convince, sentitevi liberi di non utilizzarla; del resto, è facile pensare che qualcuno focalizzerà le sue connessioni su un’eventuale “trovata di marketing per vendere più mattoncini”. Il nostro compito non è quello di portare verità ma piuttosto di suggerire idee. A noi i LEGO piacciono moltissimo e realizzare sfide e missioni a tema ci appassiona. E a te?

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Impronte di manine e piedini: un pensierino per Natale

Il Natale è una festa tanto attesa dai bambini e le nostre case si arricchiscono di decorazioni prima e durante le feste natalizie. Perché allora non realizzarne qualcuna con loro? Sarà un modo piacevole per entrare nell’atmosfera natalizia e per portare un po’ di gioia e colore nelle vostre case. Un’idea che spesso proponiamo nei nostri lab è quella di usare impronte dei polpastrelli, dei piedini e delle manine come base per le creazioni artistiche.

Con un po’ di fantasia le manine dipinte di verde e poggiate su un foglio creano un abete o una ghirlanda, le impronte delle dita, magari ritoccate con un pennarello nero, diventano la base per realizzare buffi animaletti e personalizzare biglietti d’auguri o pacchi regalo.

A NATALE REGALIAMO UN’IMPRONTA

Al di là degli spunti creativi e della possibilità di sperimentare insieme tecniche diverse nel tempo libero, creare e donare un regalo personalizzato ai propri cari è davvero bello: significa aver avuto un pensiero unico, lasciare un qualcosa di sè, anche solo nel tempo dedicato a realizzarlo.

Ecco perchè vi suggeriamo di provare, coinvolgendo i bambini, le idee che vi proponiamo, rendendole piccoli doni per il Natale. Siamo sempre più convinti che gli sprechi e il consumismo si combattano con piccoli gesti che nascono dal cuore: ecco allora l’impronta di un nipotino, di un figlio, ad impreziosire i ricordi delle festività.

QUADRETTO DI NATALE IN PASTA SALE

Noi siamo fan da sempre della pasta sale: materiale facile da realizzare e versatile (per la preparazione leggete qui). Per Natale, potete cimentarvi in un piccolo quadretto, con le impronte delle manine, colorato con la tempera o gli acrilici. Potrete forarlo in alto (con uno stuzzicadenti da spiedini) per poi fissarlo alla parete, una volta asciugato.

PIEDINI SU TELA

Un’alternativa al quadretto in pasta sale è rappresentata dai piedini (o manine) su tela: in questo caso potreste cimentarvi con gli animaletti o gli alberi di Natale. Di seguito un’idea da sperimentare.

PALLINE DI NATALE

Volete dare nuova vita all’albero di Natale? Realizzate le palline con le impronte. Se le infiocchettate o abbellite con una stella di Natale finta o bacche, saranno anche un bel decoro per i centrotavola.

 

a cura di Alessia de Falco

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Educazione sessuale: amare è vincere i tabù

Mamma, che cos’è una “mignotta”?

La nostra riflessione sull’educazione sessuale parte da una domanda a bruciapelo, fatta qualche giorno fa da un bimbo di quasi sette anni, ancora più scomoda di interrogativi su come nascono i bambini o perché i maschietti hanno il pisellino e le femminucce no.

Tutti ci aspetteremmo di introdurre i temi dell’educazione sessuale a partire dal focus più ovvio, cioè come nascono i bambini. In realtà il mondo dell’infanzia è terribilmente cambiato, sottoposto a stimoli e pressioni che ci portano a riflettere sulla sessualità in modo molto più delicato, più ampio e spesso più brutale. In un modo che, da adulti, non sempre siamo disposti ad affrontare.

E’ facile pensare ai nostri bambini circondati da albi colorati che ci raccontano come, dall’amore di due adulti, arrivi un piccolo fagottino da coccolare. E’ molto confortevole pensare all’infanzia come a una bolla rosa e profumata in cui i nostri cuccioli scoprono stimoli sensoriali e meravigliosi mondi fiabeschi.

Poi ti alzi una mattina e senti la fatidica frase: “Mamma, che cos’è una mignotta?”

DI FRONTE ALLE DOMANDE DEI BAMBINI SERVE IL CORAGGIO DELLA VERITA’

Significa che quel bambino, da qualche parte e tu non sai nemmeno bene dove, ha sentito una parola insolita, capendo che era una parola “scomoda” e intuendo anche che c’era qualcosa di non facilmente spiegabile da parte di un adulto.

Capisci che non vive in quel mondo ovattato che desidereresti per lui, che forse prima di te qualcuno gli accennerà cose su temi delicati, magari non nel modo più adatto, che si farà idee giuste o sbagliate e che tra 5, 6, 7 anni, quando sarà adolescente, nemmeno più avrà voglia di condividere le sue domande con te.

Capisci che vuole sfidare il tuo imbarazzo: il tuo vacillare o i tuoi silenzi rappresentano il bivio da cui partirà l’evoluzione del tuo rapporto con quel bambino in futuro.

EDUCAZIONE SESSUALE E’ DARE STRUMENTI PER AFFRONTARE UN MONDO COMPLESSO

Eccoci, all’improvviso, proiettati nel mondo dell’educazione sessuale.

Come faccio a spiegare a mio figlio che “mignotta” è un brutto appellativo per una donna, che presuppone la vendita di un corpo, la mercificazione più o meno volontaria di sé, l’utilizzo del sesso come strumento fine a se stesso?

Come faccio a spiegargli che il sesso è altro, non scambio momentaneo tra corpi, ma contatto di anime?
Come racconto che, nell’essere scelta duratura o occasionale, deve presupporre il rispetto ed il consenso di entrambi?

E così, a partire da una domanda, abbiamo cercato di capire che cosa è oggi l’educazione sessuale, come possiamo affrontarla e soprattutto come, partendo da quest’ambito così delicato, possiamo provare a costruire un rapporto di apertura, fiducia e comprensione duraturo nel tempo.

Educare, oggi come non mai, significa aprirsi, essere punto di riferimento forte, aiutare a “centrarsi”, ad avere strumenti per camminare in equilibrio sul filo della vita. Dire la verità, senza nasconderci.

EDUCAZIONE SESSUALE E’ EDUCAZIONE AFFETTIVA

Non sempre, per tabù, si parla di sesso in famiglia. A volte perchè non è facile entrare nell’intimità di ciascuno, altre perché temiamo che siano temi troppo delicati per un bambino. Noi riteniamo che, come spunto per affrontare qualsiasi tematica, dalle più semplici alle più complesse, si debbano tener presenti due aspetti della vita familiare e sociale:

  • Non si può pretendere rispetto senza conoscenza
  • I bambini hanno bisogno di strumenti adeguati per vivere in un mondo sempre più complesso (e capiscono più di quanto ci immaginiamo)

Parlare di educazione sessuale oggi significa prima di tutto affrontare il tema dell’educazione affettiva. In un mondo di corpi mercificati, svelati, pubblicizzati (il bambino che ora mi fa domande potrebbe un domani trovarsi in un gruppo Whatsapp in cui girano immagini di adolescenti mezzi nudi), il sesso deve essere spiegato con semplicità, ma, soprattutto con sincerità, nel rispetto di ciascun individuo e della sua unicità e diversità.

Il dono più grande che un genitore può fare al figlio è chiamare le cose con il loro nome, dicendo la verità. L’ideale è partire da domande specifiche del bambino, dando una spiegazione comprensibile, ma semplice. Ognuno ha un punto di partenza per introdurre il tema della sessualità, soprattutto perché ognuno ha un vissuto unico con i figli e spesso le domande nascono dalla quotidianità, da ciò che viviamo o sentiamo.

Spiegare senza nascondersi è anche un buon modo per far capire che l’utilizzo inutile di termini volgari rende volgare il tutto e rischia di portare l’adulto a non rispondere più a nessuna domanda. Un po’ il discorso delle parolacce: se li riprendiamo con un “Non si dice!”, ripeteranno il termine incriminato per sfida. Se gli diciamo “Non si dice perché significa XXX e non è una gran cosa usare un’espressione di questo tipo …” possiamo nutrire la speranza che ci pensino, prima di parlare.

EDUCAZIONE SESSUALE E’ SCOPERTA DI SE’

L’educazione sessuale che un genitore deve trasmettere comprende il riconoscimento del proprio corpo e della sua identità sessuale, l’essere maschio o femmina per intenderci, e il rispetto per la diversità dell’altro. Significa anche e soprattutto dare gli strumenti affettivi per vivere il sesso con equilibrio: la sessualità non è esibizione, non è ricatto, non è sfida. E’ parte della vita di ciascuno.

E’ amore o, più in generale CONSAPEVOLE desiderio di stare insieme a una persona. CONSAPEVOLE è la parola magica. Il sesso non è il rapporto sessuale. E’ intimità: concetto difficile da spiegare a un bambino, ma importante. E’ sentirsi così vicini a una persona da desiderare la condivisione di tutto ciò che è noi stessi, cuore in primis. Solo parlando con sincerità e magari facendoci aiutare da esperti o libri in materia, possiamo dare ai bambini la sicurezza più grande: quella di poter contare su di noi.

a cura di Alessia de Falco

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Educazione finanziaria

E’ dello scorso maggio la notizia, pubblicata su Il Sole24 Ore, relativa alle scarse competenze finanziarie dei ragazzi italiani, rispetto alla media dei Paesi europei. Non è una novità: l’alfabetizzazione finanziaria stenta a trovare una sua contestualizzazione nei percorsi di istruzione, tanto che l’Ocse, nel suo rapporto Students’ Financial Literacy sottolinea come “troppi studenti in tutto il mondo non sono dotati di una preparazione di base in ambito finanziario: anche nelle economie con performance sopra la media, almeno un quinto degli studenti non arriva neanche al livello di base”.

EDUCAZIONE FINANZIARIA, LA GRANDE ASSENTE DEI PERCORSI FORMATIVI

Stando alle analisi menzionate, il 20% degli studenti quindicenni “non riesce a raggiungere il livello di riferimento per le competenze finanziarie”. Solo il 6,5% dei ragazzi raggiunge il livello più alto della scala delle competenze finanziarie, dimostrandosi in grado di analizzare prodotti finanziari complessi e rivelando una comprensione adeguata del più ampio panorama finanziario, rispetto a una media quasi doppia, pari all’11,8%.

EDUCAZIONE FINANZIARIA SIGNIFICA RISPETTO E LIBERTA’

Per capire l’importanza dell’educazione finanziaria, pubblichiamo uno stralcio di un articolo tratto da Finance Watch firmato da Katarzyna Hanula-Bobbitt che fa il punto sull’educazione finanziaria:

Sappiamo tutti che le persone istruite stanno meglio di quelle non istruite, ma cosa significa essere istruiti? Secondo la lista di competenze dell’Università di Harvard che rendono una persona istruita, le caratteristiche migliori sono l’abilità di definire problemi senza una guida, fare domande difficili che mettono in discussione le ipotesi prevalenti, assimilare velocemente le informazioni necessarie da grandi masse di dati irrilevanti, concettualizzare e riorganizzare informazioni in nuove forme, ragionare in modo induttivo, deduttivo e dialettico, e affrontare i problemi euristicamente.

Adesso, presumiamo che i cittadini europei abbiano già le abilità di cui abbiamo parlato prima, e aggiungiamo la finanza al mix. Secondo l’OECD, l’alfabetizzazione finanziaria è una combinazione di consapevolezza, conoscenza, abilità, atteggiamento e comportamento necessari per prendere decisioni finanziarie sensate e alla fine raggiungere il benessere finanziario individuale. Oltre alla comprensione di concetti finanziari e alla capacità di interpretare dati, l’alfabetizzazione finanziaria può essere vista anche come un insieme di conoscenze, abilità e strategie in continua espansione, che gli individui si costruiscono nel corso di tutta la vita.

BAMBINI E DENARO: REINVENTIAMO IN FAMIGLIA L’EDUCAZIONE FINANZIARIA

Oggi la riflessione sull’uso del denaro deve partire da istanze profondamente divergenti: crisi economica, dematerializzazione della moneta, capacità di acquisto delle famiglie. E’ fondamentale, sin da piccoli, capire il valore del denaro ed i meccanismi che guidano l’economia, nelle sue più semplici declinazioni: guadagno, risparmio, investimento, dono.

Sull’ultimo punto avevamo scritto un approfondimento dedicato, correlato anche agli altri tre aspetti, Sebbene non ne siano sempre consapevoli, i genitori sono i principali artefici dell’educazione finanziaria dei bambini anche se ad oggi vige quasi sempre un approccio pragmatico, una sorta di “educazione all’occorrenza”: parlo di denaro quando il denaro serve, ad esempio di fronte alla richiesta di un dono. Il denaro va invece inteso come strumento di una progettualità più ampia, capace di abbracciare le diverse sfere di azione dell’economia.

SPUNT-ESERCIZIO: educazione finanziaria in 3 passi

Ciò che spesso dimentichiamo è che i bambini non capiscono il valore del denaro, almeno nei termini in cui noi adulti siamo abituati a ragionare. Comprendono facilmente il valore di un sacchetto di patatine, forse anche un piccolo giocattolo, ma è fisiologicamente più difficile capire come si guadagnano i soldi che desiderano spendere.

Una volta esisteva la paghetta settimanale, un piccolo importo fisso da far spendere ai bambini. Oggi è meno in voga, ma potrebbe costituire una piccola, piccolissima, base di partenza per far familiarizzare i bambini con i concetti di guadagno, risparmio, investimento e dono.

Importo fisso e crudele realtà
Quello che stiamo per dirvi potrebbe suscitare una sommossa popolare, ma ci accolliamo il rischio: la paghetta aiuta a capire il valore del denaro. Di fronte ad un importo fisso, non necessariamente il bambino avrà tutte le risorse per acquistare ogni giocattolo che vede nelle pubblicità. A quel punto dovrà scegliere se investire su un oggetto specifico o procedere risparmiando.

Mamme e papà devono lasciare autonomia di scelta, intervenendo piuttosto nel percorso e sottolineando che si possono fare scelte più a breve termine (compro ora un giocattolo di minor valore) o di lungo periodo (metto i soldini nel salvadanaio). Non sottovalutate i vostri bambini: capiscono di economia più di quanto non pensiate!

Decisioni di spesa
Permettere a un bambino di prendere le proprie decisioni di spesa lo aiuta a familiarizzare con il concetto di autonomia finanziaria. Questo potrà essere fondamentale nel suo futuro. Lasciate che il vostro bambino prenda decisioni, buone o cattive. In questo modo, finirà per imparare a spendere il denaro con saggezza, quando non avrà abbastanza denaro per le cose che veramente desidera.

Risparmio
Se il bambino desidera un giocattolo che costa 15 euro, ma la paghetta settimanale è di 7 euro, sarà necessariamente costretto a testare le proprie abilità matematiche di base in questo dilemma, per cercare di capire quanto tempo ci vorrà per accantonare i soldi necessari e se davvero ne vale la pena.

Sembra meccanico, ma non lo è: potremmo sorprenderci a vedere i nostri figli risparmiare per giocattoli che vogliono veramente acquistare, piuttosto che volere impulsivamente ogni nuovo giocattolo che vedono nei negozi. E, forse, un esercizio di questo tipo potrebbe aiutare anche noi a rivedere la nostra gestione finanziaria, scegliendo cosa è utile e cosa superfluo. Anche e soprattutto a Natale.

a cura di Alessia de Falco

 

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