BASTA PROGETTI DURANTE L’ORARIO SCOLASTICO
Qualche tempo fa, il presidente dell’INDIRE Giovanni Biondi ha denunciato la mole esorbitante di adempimenti burocratici che sottraggono agli insegnanti ore preziose per la ricerca e l’aggiornamento. Ma non l’unico nemico della “buona didattica”: accanto alla burocrazia, c’è anche l’eccesso di progettazione. Spesso i progetti finiscono per diventare un’inutile perdita di tempo, a scapito degli insegnamenti tradizionali.
La scuola non è e non deve diventare un progettificio; gli insegnanti non devono trasformarsi in “project manager”, donne e uomini d’affari impegnate/i ad ottimizzare i tempi e ottenere fondi: un’ora di lezione condotta con passione e professionalità è il progetto migliore che ci sia.
I progetti didattici non vanno demonizzati, ma ridimensionati. Sono utili esclusivamente se sviluppano un approccio globale: un progetto si deve integrare con gli insegnamenti tradizionali e questo è possibile (per quanto complesso). Questo è possibile a due condizioni: la prima è che siano i singoli insegnanti a mantenere il ruolo di supervisione e integrazione, la seconda, è la libertà di scelta. Le scuole e le singole classi devono avere la possibilità di scegliere se e come introdurre dei progetti didattici, senza che questi influiscano sulla situazione economica delle scuole. Non sono i progetti a mettere paura, ma il pensiero che un insegnante o una scuola possano essere valutati (e retribuiti) sulla base dei progetti che propongono.