L’amore è fatto di micro-momenti: impariamo a cercarlo nelle piccole cose

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Nell’ultimo decennio lo studio delle emozioni è letteralmente esploso: centinaia di studiosi hanno cercato di comprendere la natura delle emozioni, la loro funzione e le modalità attraverso le quali possiamo governarle al meglio. La scoperta più importante è quella legata alla brevità delle emozioni: un’emozione non dura a lungo nel tempo; possiamo sperimentarla per qualche secondo o al più per qualche minuto. Nessuna emozione dura giorni o settimane. Questa scoperta ha letteralmente rivoluzionato il campo del pensiero positivo e della felicità. Daniel Kahneman ha evidenziato nelle sue ricerche come il ricordo che abbiamo delle nostre esperienze passate si basa su brevi momenti, della durata di qualche secondo. Il nostro cervello li organizza in eventi positivi, negativi e neutri e tiene memoria soltanto di quelli positivi e negativi, dimenticando quelli neutri.
In un’intervista rilasciata per la rivista Greater Good Magazine dell’Università di Berkeley, la dottoressa Barbara Fredrickson ha suggerito di applicare lo stesso principio dei micro-momenti emotivi alla vita in famiglia. L’amore, secondo la scienza, è molto diverso da quello romantico dell’immaginario collettivo: è un’emozione intensa e meravigliosa, ma ha vita breve. Anzi, brevissima!
Per trasmettere l’amore ai nostri bambini, dobbiamo imparare a cogliere l’attimo: l’amore nasce da un abbraccio, da uno sguardo pieno di calore e da un applauso durante una recita.
Quando viviamo uno di questi momenti, nel nostro cervello e in quello dei bambini si stabilisce una sorta di sincronia neurale: grazie ad una serie complessa di alterazioni biochimiche (in particolare, questi momenti di amore condiviso producono un incremento nella produzione di ossitocina), riusciamo a connetterci, diventiamo simili. L’effetto, secondo la Fredrickson, è la risonanza positiva: una condizione altamente benefica sia per i grandi che per i piccoli. Se riusciamo a stabilire una risonanza positiva, le nostre vite miglioreranno, dal punto di vista del benessere e della crescita personale.
Non dobbiamo dimenticare che le emozioni positive, ancor più che al benessere, sono legate alla crescita: quando le sperimentiamo, il nostro cervello si apre al mondo, è pronto per imparare.
Come possiamo coltivare questi momenti di amore e stabilire una risonanza positiva? Fortunatamente, i ricercatori hanno scoperto che non servono chissà quali prerequisiti: è sufficiente che grandi e bambini vivano in un ambiente sicuro e che ci sia un rapporto diretto (quindi bisogna essere in contatto, faccia a faccia, non dietro uno schermo). Ogni giorno abbiamo numerose occasioni per coltivare l’amore: basta prestare attenzione e cercarne qualcuna. Come abbiamo detto, si tratta di momenti fugaci: per questo è essenziale la presenza mentale, la capacità di cogliere l’attimo. Un sorriso reciproco, un bacio o un abbraccio sono tre esempi significativi.
Qual è la portata innovativa di queste scoperte? Rispetto a quanto si pensava in passato e al sentire comune, ci aiutano a collocare l’amore in una dimensione più umana. Chiedere a una mamma o ad un papà di coltivare l’amore e di dedicare la propria attenzione – in via esclusiva – ai propri bambini 24 ore su 24 non è realistico ma, soprattutto, rischia di innescare dei sensi di colpa, di generare frustrazione. Queste ricerche ci riportano con i piedi per terra: l’amore è questione di minuti, di un piccolo numero di occasioni quotidiane. Non serve essere supereroi per amare. Basta imparare ad apprezzare la vita e a cogliere l’attimo.
La nostra speranza è che questo messaggio sia di aiuto per i giovani genitori e che possa aiutare mamme e papà a vivere meglio – facendo pace con l’ansia di non fare abbastanza – e ad apprezzare questi micro-momenti.

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