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Combattiamo la dipendenza da smartphone

Avete mai sentito parlare di nomofobia? Questo neologismo, che deriva da una forma contratta dell’inglese “no-mobile-phobia” indica lo stato di ansia che deriva dalla separazione dal proprio smartphone.

Il primo studio in questo senso risale a una decina di anni fa (qui una prima rassegna giornalistica del DailyMail, 2008), quando fu commissionato a YouGov, ente di ricerca britannico. In Gran Bretagna (il paese che ha ospitato lo studio scientifico in questione) il 53% delle persone mostra segnali di ansia e aumentato livello di stress quando viene costretta a separarsi dal proprio telefono (anche per eventi come la batteria scarica o l’assenza di rete, quindi non correlati ad uno “smarrimento”). Il problema si evidenzia anche in Italia, con dimensioni e caratteristiche simili (Il Sole 24 Ore, 2015).

Eppure, in questi anni, invece di fare qualche passo avanti nel risolvere il problema, la situazione è degenerata raggiungendo dimensioni preoccupanti.

Ma qual è il principale problema della nomofobia? Perché gli smartphone sono dispositivi tanto diabolici? Ogni volta che cominciamo a controllare notifiche o a scrivere in una chat apriamo un “ciclo ludico” (un’esperienza simile a quella provata attraverso il gioco d’azzardo).

Si tratta di un ciclo di attività che stimolano il rilascio di dopamina, generando quindi una dipendenza (Natasha Schull,Addiction by Design: Machine Gambling in Las Vegas. Princeton: Princeton University Press, 2012).

Ecco perché facciamo tanta fatica a fare a meno dei tuoi dispositivi. Generano una dipendenza fisica: quel rassicurante scorrimento del dito sul touch screen, in breve tempo, diviene una vera e propria droga!

“Le fiabe non raccontano ai bambini che i draghi esistono. I bambini sanno già che i draghi esistono. Le fiabe raccontano ai bambini che i draghi possono essere uccisi”.
Gilbert Keith Chesterton

Se pensate che in famiglia si utilizzi un po’ troppo lo smartphone, non disperaratevi. Ecco tre semplici step per rimediare al problema e introdurre routine salutari:

  • La camera magica. Anche voi o i vostri ragazzi dormite con lo smartphone sul comodino? Ecco una prima cattiva abitudine da evitare. Lasciate tutti i dispositivi tecnologici fuori dalle camere da letto.
  • La pace del mattino. Smettetela di utilizzare lo smartphone appena svegli: imponetevi di non accenderlo o di non guardarlo per i primi 30 minuti del mattino; sarà l’occasione per scambiare una parola di più con gli altri membri della famiglia o ritrovare il piacere di preparare la colazione.
  • Imparate ad ascoltarvi. Non basta “imporre” una regola: finché non comprenderete l’importanza della disintossicazione digitale, sarà tutto inutile. Il più grande suggerimento è quello di informarvi: cerca di capire come, quando e quanto lo smartphone può diventare un problema per il vostro benessere. Imparate ad ascoltare la vostra mente e a comprendere qual è la soglia che separa utilità, intrattenimento e stress digitale.

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