Crepet: I prof. dicono i no che i genitori non hanno mai detto ai figli

Alunni e genitori picchiano gli insegnanti, professor Crepet cosa è cambiato di tanto profondo nella scuola italiana?
Se tuo padre e tua madre non ti hanno mai detto un no da quando sei nato, il primo no che ti dice un esterno non lo accetti. L’educazione è una fatica che nessuno è più disposto a fare: coinvolge i genitori, i nonni, gli educatori, anche quelli fuori scuola a incominciare dall’ambito sportivo.
Tutto questo ha una ricaduta drammatica: è una generazione che non conosce più i sogni perché non sono state insegnate le passioni. A forza di dire di sì tutto diventa grigio, si perdono i colori.

Paolo Crepet

I toni di Crepet possono piacere o meno, però qualche domanda su sogni e passioni dobbiamo farcela: i nostri ragazzi hanno ancora delle grandi passioni? Passioni per cui sacrificherebbero volentieri il proprio tempo, per cui sono disposti a fare fatica?

Quello che notiamo è che l’abbondanza di stimoli, o meglio, l’eccesso di stimoli, finisce per sopprimere la passione. E qui entra in gioco l’educazione: fino a qualche decennio fa educare significava dare ai ragazzi opportunità. Il genitore-educatore permetteva ai figli di viaggiare, di studiare le lingue, di studiare la musica. Oggi, paradossalmente, educare significa togliere in modo consapevole.
Quei “no” a cui si riferisce Crepet non vanno detti con cattiveria o come forma di ritorno al passato; al contrario. Abbiamo bisogno di una generazione di genitori che comprenda quando il “no” aiuta a crescere, quando è il momento di togliere. La passione, così come la creatività, si sviluppa se viviamo in un ambiente ricco di stimoli, ma solo se abbiamo dei momenti di “vuoto” in cui elaborare e personalizzare gli stimoli a cui siamo sottoposti.
Ecco perché è così importante che i bambini abbiano spazi e tempi vuoti, in cui annoiarsi. Ecco perché è così importante che i genitori smettano di dare (con l’eccezione dell’amore sano, che non è mai troppo).

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