EDUCAZIONE SENTIMENTALE
Negli ultimi anni, l’educazione emotiva ha guadagnato spazio e consenso. Genitori, educatori ed insegnanti sono ben consapevoli dell’importanza delle emozioni e della loro padronanza, così come sono consapevoli del malessere e dei problemi correlati all’analfabetismo emotivo. Ma come andrebbero strutturati questi percorsi? Come possiamo educare all’emotività e al mondo interiore? Un modello possibile è quello dell’educazione sentimentale.
L’EDUCAZIONE SENTIMENTALE SECONDO UMBERTO GALIMBERTI
Umberto Galimberti, filosofo contemporaneo che ha analizzato a lungo il mondo delle emozioni, distingue tre forme emotive: l’impulso, l’emozione e il sentimento:
- L’impulso, irrazionale ed istintivo, è quello che conduce ad un gesto: un gesto di rabbia potrebbe essere un pugno, un’ingiuria, una reazione fisica o verbale;
- L’emozione è il luogo in cui l’impulso lascia il posto alla risonanza emotiva; viviamo un’emozione nel momento in cui “sentiamo”, “ci sentiamo”; si tratta di uno stato transitorio tra impulso e sentimento;
- Il sentimento è una sorta di “forma evoluta” delle emozioni, che supera l’impulso. Il sentimento d’amore è quello che, tra due innamorati, permette loro di capirsi prima ancora di spendere parole.
Se l’impulso non è controllabile ed è puramente irrazionale, non è così per il sentimento: in esso c’è una componente cognitiva che permette alle emozioni di sublimare, di raggiungere uno stadio successivo. Il sentimento, secondo Galimberti, non è qualcosa di innato, ma una conquista che si acquisisce culturalmente: da qui deriva l’importanza dell’educazione sentimentale come percorso necessario ad acquisire i due stadi superiori dell’espressione emotiva.
Nella società greca, ad esempio, l’educazione sentimentale veniva trasmessa attraverso la mitologia, l’arte e la musica; in tempi più recenti, questo è stato possibile attraverso la letteratura. Nel nostro mondo, sostiene il filosofo, si sono persi questi mezzi di trasmissione emotiva: l’empatia non si “impara” o “insegna” come le tabelline: bisogna permettere all’individuo di farne esperienza in ambienti controllati, proprio come quello del libro o del teatro.
Ma nella pratica, come possiamo fare educazione sentimentale?
- A scuola, riscoprendo la dimensione erotica dell’insegnamento: l’insegnante deve trasmettere il suo “amore” per il sapere e per l’insegnamento, deve riuscire a porre i suoi contenuti su un piano che non sia esclusivamente logico, ma prettamente sentimentale;
- A casa, ritrovando spazi e tempi per l’arte, la cultura: il tempo trascorso insieme ai propri figli deve essere di più, ma soprattutto deve essere un tempo ricco, in cui condividere emozioni e, soprattutto, sentimenti;
- Attraverso la cultura: non solo i classici, ma anche la letteratura contemporanea, la cinematografia, l’arte e la poesia; viviamo in una società ricchissima di sentimenti, ma che molto spesso è incapace di riconoscerli; è proprio quando la dimensione emotiva sfugge ai nostri occhi che nasce l’analfabetismo emotivo.
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
- Galimberti U. (2008), L’ospite inquietante, Feltrinelli
- Goleman D. (2011), Intelligenza emotiva, BUR
- Goleman D. (2000), Lavorare con intelligenza emotiva, BUR