Lo scorpione e la lucertola

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lo scorpione e la lucertola - I racconti dell'Albero Bianco

Lo scorpione e la lucertola

Matteo Princivalle

In un deserto molto lontano vivevano i dorosauri, una rarissima specie di lucertole. Grossi poco più di una qualsiasi lucertola erano famose in ogni dove per la loro pelle color dell’oro. Talmente famose che, cacciatori senza scrupoli, le prendevano a centinaia per farci borsette e cinture, che vendevano poi a carissimo prezzo. Dovete sapere che queste povere lucertole abitavano in tane scavate sotto le dune, di cui si potevano scorgere le entrate passeggiando nel deserto. Quando un cacciatore vedeva uno di questi buchi, infilava la mano all’interno, rovistava in cerca della lucertola, la prendeva, la tirava fuori e la povera bestia faceva una fine orrenda.

Da qualche tempo, i dorosauri, conosciuti da tutti per la loro vanità, che amavano farsi guardare e ammirare da tutti e addirittura dormivano con la coda fuori dalla tana per suscitare l’invidia dei passanti, erano in preda al panico. Passavano le giornate raggomitolate in un angolo dei loro nascondigli e non uscivano più nemmeno per mangiare.

Un giorno, in una di queste tane entrò uno scorpione. Da tempo cercava una casa, e nei giorni successivi sarebbe scoppiato un gran temporale: se non avesse trovato dove ripararsi sarebbe certo morto annegato. Chiese ospitalità alla lucertola, che acconsentì. “Tanto – pensava l’animale – peggio di così non potrebbe andarmi. Anzi, magari i cacciatori prenderanno lo scorpione al posto mio.”

In effetti ,quel giorno, passò di lì proprio un cacciatore. Infilò la sua grossa mano nella tana e…zac, lo scorpione, lesto come un fulmine, lo colpì con il suo pungiglione avvelenato. Il cacciatore tolse la mano con un urlo, fece pochi passi e cadde a terra stecchito per il veleno. In quell’istante la lucertola capì quanto aveva fatto bene a dare rifugio allo scorpione: da quel giorno non avrebbe più dovuto temere i cacciatori. Tra i due animali nacque una duratura alleanza e una profonda amicizia.

Dall’episodio dello scorpione passarono alcuni anni. I cacciatori, dopo alcuni incidenti, avevano ormai imparato a stare alla larga dalle tane dei dorosauri, certi che quelle buche nascondevano dei velenosissimi scorpioni pronti a uccidere chi provasse a metterci dentro una mano. Cominciarono a dare la caccia ad altri animali, ai camaleonti delle sabbie e alle volpi del deserto, facendo comunque ottimi affari.

Lucertole e scorpioni prosperavano, le une badavano a tenere a posto, gli altri a difendere il rifugio; avevano messo su famiglie, e cominciavano a stare stretti nelle loro tane, pensate in origine per ospitare non più di un paio di dorosauri. Col passare del tempo stavano sempre più scomodi, non avevano neppure lo spazio per voltarsi; così, iniziarono ad esserci liti tra di loro, e le lucertole cominciarono a provare una profonda antipatia per gli scorpioni, che invadevano la loro tana e con le loro zampette dure li punzecchiavano ad ogni minimo movimento.

 Un bel giorno, il dorosauro che due anni prima aveva fatto entrare lo scorpione, scacciò lui e tutta la sua famiglia. Gli spiegò che la tana era sua, che il suo aiuto era stato prezioso ma che però non potevano continuare a stare insieme: lo spazio non era sufficiente per tutti. Gli scorpioni, a malincuore, dovettero andarsene; tuttavia, non persero tempo, e chiesero ospitalità chi a una volpe, chi ad un camaleonte, con la promessa di difenderli dai cacciatori. La stessa cosa accadeva più o meno in tutte le tane dei dorosauri sparse per il deserto.

 Uno dei cacciatori, mentre inseguiva una volpe del deserto, vide un gruppo di scorpioni che uscivano da una tana e si sparpagliavano tra le dune; attento a non incrociarli, tornò a casa a riferire la notizia, e lungo la strada vide che accadeva la stessa cosa più o meno in tutte le tane dei dorosauri. I cacciatori quella notte fecero una gran festa: dal giorno dopo sarebbero potuti tornare a caccia delle bellissime lucertole dorate. In effetti, da quando dovevano accontentarsi di pellicce e camaleonti, guadagnavano molto meno.

Il giorno seguente il dorosauro si svegliò tranquillo. Da tempo non dormiva così comodamente. Ma non fece in tempo a mettere il muso fuori dalla tana che venne catturato e scuoiato dai cacciatori, che per far buon bottino s’erano alzati alle prime luci dell’alba. Così, in cambio della comodità d’una tana vuota, lo scorpione perse un amico, ma la lucertola perse la vita.

 

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