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Rosaspina

rosaspina

Rosaspina è una fiaba dei fratelli Grimm, adatta ai bambini da 4 anni in su.

Rosaspina

C’era una volta un regno, a cui mancava una principessa. Un bel giorno, al re e alla regina nacque una bambina. Per festeggiare quell’evento fortunato, invitarono al loro castello tutti i sudditi. Ciascuno di essi fece un dono diverso alla bambina: chi le donò dei capelli biondissimi, chi un abito scintillante, chi la bellezza e chi la gentilezza.

Tuttavia, il re, si era scordato di invitare una delle tredici fate del regno, che non fu contenta di scoprirlo. Mentre tutti erano intenti a mangiare e festeggiare, apparve in una nuvola di fumo verdastro e lanciò una terribile maledizione: “Questa bambina, non appena avrà compiuto quindici anni, si pungerà il dito con un fuso e cadrà addormentata, per cento anni”.

Dette queste parole, scomparve così com’era arrivata. Il re e la regina erano disperati per la sorte della loro bambina. Per quindici anni il sovrano mandò i suoi uomini in ogni angolo del regno a bruciare tutti i fusi. Tuttavia, proprio il giorno del suo quindicesimo compleanno, la principessa stava giocando nel castello quando vide una strana luce provenire da una stanza. Si avvicinò incuriosita e aprì la porta. In un angolo, c’era un fuso di legno e una vecchina seduta, che filava la lana.

“Cos’è quest’oggetto? Non ne ho mai visto uno prima d’ora” domandò la principessa. La vecchia sorrise: “serve a realizzare i mantelli e gli abiti che indossi. E’ facile da usare, vuoi provare insieme a me?” La principessa si avvicinò, ma non appena si sedette e avvicinò le mani al fuso, la maledizione si compì: si punse un dito e crollò stesa per terra, addormentata. La vecchina, che altri non era se non la fata malvagia, la adagiò in un lettino nella stanza, poi scomparve.

Pian piano, tutti gli abitanti del castello caddero addormentati: prima il re e la regina, poi i cavalieri, infine i servi e anche gli animali. Non c’era anima viva (e sveglia) nel raggio di un miglio. Intorno al castello cominciarono a crescere i rovi, rovi così alti che superavano perfino le sue torri. Nessun abitante del regno vi mise più piede e cominciarono a chiamarlo “Il castello di Rosaspina”. Numerosi principi provarono negli anni a farsi strada tra i rovi per salvare la bella principessa dal suo sonno, ma nessuno riusci a compiere l’impresa: rimanevano tutti intrappolati tra i rovi, dove venivano divorati dai lupi, dagli uccelli e dagli insetti.

Trascorsero così novantanove anni. Al compimento del centesimo, qualcosa cambiò: un principe arrivò da lontano; aveva sentito di Rosaspina da suo nonno, che un tempo era passato di lì. Si era subito innamorato della bella principessa addormentata e aveva così deciso di salvarla. Si avvicinò al muro di rovi, cercando di aprirsi un varco con la spada, ma la maledizione si stava ormai sciogliendo: le spine dei rovi si tramutarono in rose profumate e il principe riuscì a passare senza fatica. Passò oltre il cortile del castello, dove i servi dormivano distesi, superò il corridoio pieno di guardie, sdraiate sui fianchi, raggiunse la sala del trono e da lì si avviò alla torre più alta. In cima alle scale, trovò una piccola porticina di legno e al suo interno, ecco Rosaspina nel suo lettino.

Il principe non riusciva a distogliere il suo sguardo dalla bellissima principessa addormentata. Si avvicinò a lei sempre di più, poi le diede un bacio. Come d’incanto Rosaspina aprì gli occhi: il suo sonno era finito, cent’anni erano passati e il principe aveva spezzato la maledizione che aveva colpito il castello. I due si sposarono e vissero così felici e contenti.

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Tag: rosaspina, storia rosaspina, fiaba rosaspina

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