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La favola del prezzemolo

La favola del prezzemolo

Alessia de Falco & Matteo Princivalle

Nell’orto di uno scrittore crescevano rigogliose menta, origano, melissa, salvia, maggiorana, rosmarino e una pianta di prezzemolo.
Tra le aiuole era difficile annoiarsi: le giornate d’estate trascorrevano tra racconti fantastici, qualche pettegolezzo e tanti bagni di Sole.
Soltanto il prezzemolo faceva eccezione: a lui non interessava diventare sempre più verde, come gli altri. Voleva diventare un giornalista, viaggiare e fare grandi inchieste. Si allenava intervistando le sue vicine d’aiuola, interrompendo i loro discorsi con voce squillante per domandare: “Chi?” “Che cosa?” “Quando?” “Dove?”.
All’inizio il prezzemolo suscitò curiosità, ma presto risultò invadente. Bastava che si avvicinasse alla salvia perché quella lo mandasse via con brutte parole: “Non mi seccare, vai a intervistare i vermi”.
Con le altre piante andava ancora peggio.
Un giorno lo scrittore scese nell’orto per cogliere alcuni aromi e mentre si chinava per recidere qualche foglia gli parve di udire un singhiozzo disperato.
“È certamente il caldo” pensò il ragazzo, ma il pianto proseguì a dirotto.
Guardando meglio, si accorse che era proprio la pianta di prezzemolo a singhiozzare.
Una persona qualsiasi avrebbe pensato: “È impossibile!”, ma lui era uno scrittore e domandò semplicemente: “Perché piangi?”
“Piango perché sono triste. Le altre piante mi dicono che faccio troppe domande, che sono un ficcanaso.
Ma io voglio diventare un giornalista, devo fare domande”.
“Sei curioso, e la curiosità ti riempie di energia. Ma ti sei mai chiesto se alle altre piante fanno piacere le tue domande?”
“Ma io devo raccontare la verità!” strillò il cespuglio di prezzemolo.
Sul volto dello scrittore si disegnò un sorriso.
“Perché vuoi farlo? E quale verità vuoi raccontare? Quella di chi scrive? Quella di chi racconta? Quella di chi legge? Quella di chi vive? Io sono uno scrittore, invento storie di sana pianta. Eppure, c’è del vero anche lì, tra le mie righe fantastiche”.
Il prezzemolo scosse le foglioline, pensieroso.
“Quindi tutte le mie domande sono inutili? Dovrei rinunciare al mio sogno?”
“No, per nessuna ragione al mondo dovresti farlo.
Ma prima di domandare agli altri, domanda al tuo cuore”.
“E cosa dovrei domandargli?”
“La domanda più importante. La “domanda delle domande”: perché?
Perché vuoi raccontare la verità?
Perché vuoi diventare un giornalista?
Perché le altre piante ti hanno messo da parte?”.
Il prezzemolo rimase quieto nella sua aiola per qualche tempo. Meditò sulle parole dello scrittore e imparò ad ascoltare: il suo cuore, il silenzio, il mondo.
Infine, un giorno, trovò le risposte alle sue domande e decise di dare vita ad un piccolo giornale, “l’Orticello”.

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