La tartaruga vanitosa e la noce

Alessia de Falco & Matteo Princivalle

C’era una volta una tartaruga che si vantava con tutti del suo guscio.
“Che bel guscio robusto!” diceva ai pavoni: “molto meglio delle vostre fragili penne”.
“Che guscio robusto che ho!” diceva agli scoiattoli: “molto meglio della vostra pelliccia morbida”.
Un giorno, mentre camminava, incontrò una noce per terra.
“Anche tu hai un guscio robusto, mi assomigli. Però non puoi muoverti: resterai lì per l’eternità. Hai un guscio, è vero, ma sono migliore di te”.
“Ti sbagli”, disse una voce. Era il noce, che aveva assisto alla scena.
“Tu hai un guscio, e puoi muoverti; ma non hai sai dare valore a ciò che conta davvero.
“E cos’é che conta davvero?” chiese la tartaruga, intimidita da quelle parole.
“Ciò che sta dentro il tuo guscio”, rispose l’albero di noce.
“Guarda la noce: dentro il suo guscio, custodisce un frutto dolce e prezioso.
Presto i bambini verranno a raccoglierlo e lo mangeranno ridendo accanto al fuoco.
E tu, cos’hai lì dentro?”
Il noce disse queste parole, poi si addormentò, cullato dal vento d’autunno.

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