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Le figure retoriche

Una figura retorica è una costruzione linguistica sofisticata, utilizzata per generare un certo effetto in chi la legge o la ascolta. Quando utilizziamo una figura retorica ci allontaniamo dal linguaggio comune, quello dell’uso quotidiano, per addentrarci nel territorio dell’uso letterario della lingua.

Elenco di figure retoriche

L’elenco è in aggiornamento.

  • Anafora: figura retorica che consiste nella ripetizione di una parola o di un gruppo di parole all’inizio di una frase.

    Per me si va ne la città dolente,
    per me si va ne l’eterno dolore
    per me si va tra la perduta gente. (D. Alighieri, La Divina Commedia)

  • Chiasmo: figura retorica che consiste in una costruzione sintattica nella quale gli elementi vengono incrociati. È la figura opposta rispetto al parallelismo.

    Entra da un lato e fuor per l’altro passa. (T. Tasso, Gerusalemme liberata)
    In “entra da un lato” il verbo precede il suo complemento, mentre in “fuor per l’altro passa” è il complemento a precedere il verbo. La frase forma dunque una struttura “incrociata” del tipo V-C-C-V.
    Il vento soffia e nevica la frasca. (G. Pascoli, Lavandare)
    Anche in questo caso soggetto e verbo vengono disposti in modo incrociato, formando una struttura S-V-V-S.
    Le donne, i cavalier, l’arme e l’amore (L. Ariosto, Orlando furioso)

  • Iperbole: figura retorica che consiste in una descrizione della realtà volutamente esagerata, amplificandola per eccesso o per difetto.

    Non ti vedo da un secolo.
    Il prezzo dell’oro è schizzato alle stelle.
    Sei il bambino più bello del mondo.

  • Litote: figura retorica nella quale si esprime un concetto negando il suo contrario. La litote è presente in un certo numero di espressioni d’uso comune.

    Don Abbondio non era nato con un cuor di leone (per dire: Don Abbondio era un vigliacco).
    Non mi sento bene (per dire: mi sento male).
    Non è capace di rimanere in silenzio (per dire: parla sempre).
    Non va bene (per dire: va male).

  • Ossimoro: figura retorica nella quale si accostano due termini dal significato opposto o antitetico. Gli accostamenti ottenuti attraverso l’uso dell’ossimoro, anche se privi di coerenza logica, sono solitamente molto caratteristici.

    Ghiaccio bollente.
    Morto vivente.
    Illustre sconosciuto.
    Lucida follia.
    Silenzio assordante.

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