I benefici dell’ottimismo

L’ottimismo è il sale della vita, ma anche dell’educazione: secondo la scienza, gli studenti ottimisti ottengono risultati migliori (a parità di QI) di quelli pessimisti; inoltre, l’ottimismo è un fattore protettivo molto importante per combattere la depressione.

La media degli studenti ottimisti
Lo psicologo e ricercatore Christopher Peterson ha condotto uno studio per verificare se l’ottimismo, in qualche misura, influenzava i risultati scolastici degli studenti. Alla fine del primo anno di scuola superiore, gli studenti con uno stile di pensiero fortemente ottimistico dimostravano una media superiore a quella degli studenti con uno stile di pensiero pessimistico o fortemente pessimistico. Una possibile spiegazione è il ruolo dell’ottimismo per gestire al meglio i grandi cambiamenti che intercorrono nella transizione alla scuola media: nuovi insegnanti, maggior rigore accademico, nuovi compagni, etc.
A partire dallo studio di Peterson, sono stati indagati altri ambiti per capire il ruolo dell’ottimismo nelle performance: in campo sportivo, per esempio, gli atleti con uno stile di pensiero ottimistico tendono a gestire la pressione e lo stress in modo molto migliore degli atleti con uno stile di pensiero pessimistico.

Ottimismo e depressione
L’ottimismo aiuta a vivere meglio e contrasta la depressione. In uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della University of Pennsylvania, è stato individuato un gruppo di studenti a rischio di depressione (gli studenti che presentavano già uno o più sintomi della depressione sono stati considerati “a rischio”). Nella maggior parte dei casi, ad angosciare gli studenti a rischio era una situazione difficile a casa: litigi, mancanza di dialogo e unità tra i genitori, mancanza di affetto. I ricercatori hanno diviso questi ragazzi in due gruppi: a un gruppo, hanno insegnato l’ottimismo. L’ottimismo si può insegnare spiegando i pensieri alla base di esso e attraverso dei set di esercizi utili ad influenzare quei pensieri. I ragazzi sono stati seguiti nel tempo ed è emerso che coloro i quali avevano “imparato l’ottimismo” presentavano meno sintomi depressivi, erano più felici e credevano in un futuro più brillante.

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