Nonno Gelo e la sua sposa

nonno gelo e la sua sposa

Nonno Gelo e la sua sposa è una fiaba russa, adatta ai bambini da 5 anni in su. Nonno Gelo è un personaggio della tradizione, che porta i doni ai bambini buoni il 6 gennaio. Simile nell’aspetto a Babbo Natale, si differenzia per il colore dei suoi vestiti (sono blu anziché rossi).

Nonno Gelo e la sua sposa

Testo a cura di: Alessia de Falco e Matteo Princivalle

C’era una volta un contadino, che aveva una splendida bambina di nome Mira. Un giorno sua moglie si ammalò e morì; l’uomo, rimasto solo, si risposò con un’altra donna ma fu un terribile errore! La nuova moglie era malvagia e detestava Mira, poiché era molto più bella e graziosa delle sue sorellastre: costringeva la bambina a cucinare, a pulire i pavimenti e a prendere l’acqua alla fonte e la faceva dormire in cantina. Il contadino voleva bene a sua figlia, ma non aveva il coraggio di ribellarsi alla sua nuova moglie.

Un giorno la donna chiamò il contadino e gli disse: “Domani troveremo un marito per Mira. All’alba, prepara la slitta e fatti trovare davanti alla porta di casa. Ti dirò dove portarla”. L’uomo fece ciò che le aveva ordinato la moglie e la mattina seguente, al sorgere del Sole, svegliò Mira e preparò la slitta.

“Chi prenderà Mira come moglie?” chiese il contadino.
“Nonno Gelo”, rispose sua moglie. “D’inverno è l’uomo più ricco e potente della Terra; è il marito adatto a Mira, non c’è dubbio”.
La bambina scoppiò a piangere: era certa che sarebbe morta di freddo accanto a un uomo come Nonno Gelo.

Il contadino caricò sua figlia sulla slitta e partì: attraversò i campi coperti di neve, superò un lago ghiacciato e oltrepassò un bosco, poi si fermò nella radura. L’uomo fece scendere Mira e le disse: “Siamo arrivati. Nonno Gelo abita in questo bosco. Aspettalo qui, figlia mia. Buona fortuna!”; poi girò la slitta e tornò indietro, verso casa.

La bambina si strinse nel suo cappotto consumato e aspettò, finché non sentì dei passi nella neve. Era nonno Gelo, avvolto nella sua giacca blu orlata di pelliccia morbida; era alto e la lunga barba bianca gli copriva la pancia.

“Buongiorno Mira” la salutò Nonno Gelo. “Ti stavo aspettando”.
La bambina chinò il capo, in segno di rispetto.
“Hai freddo, bambina?”
“Niente affatto”, rispose Mira; “il mio cappotto mi tiene al caldo”.
Nonno Gelo si avvicinò: l’aria diventò così fredda che sul nasino di Mira si formò un piccolo ghiacciolo di neve.
“E adesso? Hai freddo?”
“No signore, sto benissimo”, rispose Mira, che non voleva contrariare il suo futuro marito.
Nonno Gelo si avvicinò ancora e si fermò a un palmo dal viso della bambina. L’aria diventò così fredda che Mira rimase quasi congelata.
“E ora? Fa freddo?”
Mira scosse la testa, perché non riusciva più a parlare.

Nonno Gelo sì addolcì, avvolse Mira in una pelliccia soffice e calda, e rimase con lei finché non si fu addormentata.
Il giorno seguente, la moglie del contadino gli disse: “Va’ a vedere come sta Mira”. La donna era certa che la bambina fosse morta per il freddo, ed era proprio quello il suo piano.
Ma quando l’uomo arrivò nella radura, trovò Mira avvolta nella pelliccia, con una corona di diamanti sulla testa e un baule pieno d’oro e di gemme accanto a lei. Era un regalo di Nonno Gelo.

Quando la matrigna la vide tornare a casa in quel modo, andò su tutte le furie.
“Daremo come spose a Nonno Gelo anche le mie due figlie”, esclamò. Poi prese la slitta e partì insieme alle sorellastre di Mira: attraversarono i campi coperti di neve, superarono un lago ghiacciato e oltrepassarono un bosco, poi si fermarono nella radura.

“Speriamo che il vecchio arrivi puntuale”, disse la più giovane delle due ragazze.
“Che sciocchezza, sposare un bacucco come quello”, ribatté la più grande.

Quando arrivò Nonno Gelo, le ragazze lo presero a male parole: “Ti sembra educato farci aspettare qui nella neve?” “Sei forse impazzito?”

“Avete freddo ragazze?” chiese alle sorelle.
“Freddo? Stiamo congelando e tu sei un vecchio pazzo. Scaldaci, su”.

Nonno Gelo si avvicinò.
“Va meglio?” domandò.
“Meglio? Siamo blu per il freddo. Sbrigati ad accendere un fuoco”.

Nonno Gelo, a quelle parole, fece ancora qualche passo, poi soffiò sulle due ragazze.
“Adesso siete contente?”
Ma le due sorelle non risposero: infatti si erano trasformate in due statue di ghiaccio, insieme alla madre, che era dietro di loro.

Da quel giorno, il contadino e Mira vissero felici; ogni tanto, la bambina andava nella radura per salutare Nonno Gelo, e ogni volta tornava con un forziere pieno di doni.

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