Solo chi sa ascoltare gli altri è capace di ascoltare se stesso

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Comunicare meglio ci può aiutare a raggiungere i nostri obiettivi e ad approfondire le nostre relazioni. E diventare buoni ascoltatori ci insegna ad ascoltare noi stessi. Di seguito troverete tre spunti di riflessione sulla comunicazione e sull’ascolto, con un approfondimento sul potere della parola giusta, il potere della domanda giusta e l’atto di divulgazione autentico. Questi spunti provengono dal percorso Positive Links Speaker Series, curato dal Centro per le Organizzazioni Positive dell’Università del Michigan.

1. Il potere della parola giusta

Nella mente della maggior parte delle persone, la comunicazione è una modalità di trasmissione: hai un’idea da inviare, e una volta inviato il messaggio, hai raggiunto l’obiettivo della comunicazione. Ma la comunicazione è più che trasmissione; è anche creazione. Crea esperienze e costruisce relazioni. Se togliamo la comunicazione, togliamo la relazione. In effetti, quando comunichi, stai facendo un lavoro di relazione. Ti stai confrontando con la diversità, stai scoprendo prospettive differenti. Per mettere in pratica questo spunto di riflessione, prova ad avviare un contatto con tre persone che non conosci molto bene, ma che fanno parte della tua cerchia di conoscenze. Salutali, chiedi loro come va, prenditi un po’ di tempo per connetterti con loro. Così facendo, nel tempo, sarai in grado di creare connessioni più profonde con le persone intorno a te e ad espandere la tua rete di influenza.

2. Il potere della domanda giusta

Quando facciamo domande, stiamo letteralmente andando in missione. Ci stiamo mettendo nella condizione di scoprire di più, di imparare da una posizione di umiltà e curiosità. Un modo per migliorare la comunicazione è imparare a capovolgere le domande da chiuse ad aperte. Un modo per migliorare la comunicazione è imparare a capovolgere le domande da chiuse ad aperte. Ecco un esempio di domanda chiusa: “Ti piace il blu o il giallo?” Le domande aperte, invece, tendono ad espandersi e danno libertà alle persone di decidere cosa condividere e cosa non condividere, come “Raccontami alcune delle tue esperienze preferite nella tua vita” o “Quali conversazioni ti hanno influenzato?”.

3. L’atto di divulgazione autentico

Una verità importante sulla comunicazione è che la connessione e la vicinanza che sentiamo con gli altri non è uno stato a cui possiamo aggrapparci; è qualcosa che facciamo. Il modo con cui costruiamo questo senso di amore e collegialità è attraverso “l’atto di divulgazione”: rivelare cosa pensiamo, come ci sentiamo e chi siamo, in modo autentico. Non tutto ciò che raccontiamo di noi ha la stessa funzione, ma ci alcuni elementi ricorrenti in una comunicazione autentica. In primo luogo, ci deve essere congruenza tra ciò che sentiamo all’interno e quello che sta accadendo all’esterno. Deve essere una comunicazione veritiera, onesta e personale, che riflette ciò che pensiamo e ciò che apprezziamo. Deve avere integrità e, cosa ancora più importante, deve essere umana. Più la tua esperienza si riflette negli altri attraverso la nostra umanità comune, più è probabile entrare in empatia con altre persone quando si parla.

Due favole sul potere dell’ascolto:

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