Sophie, la fata Clorofilla e i due diamanti

i due diamanti

Alessia de Falco & Matteo Princivalle

C’era una volta una bimba dai riccioli biondi di nome Sophie. Questa bambina credeva di essere la più bella, la più buona e la più intelligente di tutte le bambine del mondo; a casa e a scuola non faceva altro che vantarsi e se qualcuno provava a contraddirla, piangeva, urlava e si rotolava per terra.

Per fortuna Sophie non era sola: aveva un’amica molto speciale, la fata Clorofilla. La fata dormiva in una casetta di cartone nella sua cameretta e ogni giorno prendeva la tisana alle erbe insieme a Sophie, ascoltava quello che aveva da dire e ragionava insieme a lei. Una volta Clorofilla le aveva anche promesso: “Quando sarai diventata abbastanza saggia, ti insegnerò la magia delle fate”.

Un pomeriggio, Sophie cominciò a lamentarsi: “Nessuno mi capisce, Clorofì (chiamava così la sua fatina): io sono la bambina più intelligente di tutte, ma gli altri non mi ascoltano mai e non ho nemmeno un amico”.
“Conosco una storia che fa proprio al caso tuo” rispose dolcemente la fata, posando la sua tazza di porcellana. Poi cominciò a raccontare.

I due diamanti

C’erano una volta due diamanti bellissimi; non ne sono sicura, ma credo che fossero i diamanti più grandi del mondo. Nessun umano li aveva mai trovati e così vivevano nel letto di un fiume, mescolati insieme a tutti gli altri ciottoli.
I diamanti non andavano molto d’accordo con gli altri sassi: dall’alba al tramonto, non facevano altro che vantarsi.

“Ah, come siete brutti e sporchi. Noi siamo pietre preziose e un giorno qualcuno ci raccoglierà e ci metterà sulla corona del re”.
“Voi sassi non potete capire: in tutto il fiume non c’è nessuno che valga un decimo di noi due”.
“Noi siamo il re e la regina di questo fiume: dovreste obbedire a ogni nostro ordine e rispettarci, perché noi siamo diamanti e voi siete solo pietre”.

Gli altri ciottoli facevano finta di niente e presto nessuno ascoltò più i due diamanti. Appena aprivano bocca, tutti i ciottoli si giravano dall’altra parte; così, quei due vanitosi rimasero soli e senza amici.
Un giorno qualcuno arrivò al fiume con una pala e cominciò a raccogliere i ciottoli.
“È arrivato il nostro momento!” gridarono i diamanti, spintonando gli altri sassi. “Fate largo, fate largo, sono venuti per noi”.
La pala raccolse anche loro e li buttò malamente in mezzo agli altri sassi.
Quell’uomo infatti non era un cercatore di pietre, ma un muratore. Riempì la sua carriola di ciottoli, poi la portò al cantiere dove lavorava e la svuotò nel cemento, per costruire un vialetto.

I diamanti furono immersi nel cemento fresco, così distanti uno dall’altro che non riuscivano nemmeno a parlarsi; accanto a loro c’erano tanti altri sassi, gli stessi ciottoli che avevano sbeffeggiato nel fiume. Nessuno di loro rivolse più la parola ai diamanti e quei due, con tutto il loro valore, rimasero soli per l’eternità.

Clorofilla terminò la storia, poi continuò: “Cara Sophie, questa storia dice la verità: non puoi sapere cosa ti accadrà nella vita; non puoi sapere chi resterà al tuo fianco e chi dovrà andarsene. Ma se tratterai con rispetto e gentilezza tutte le persone che incontrerai, avrai sempre un amico con cui parlare”.

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