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Cuordineve e il cervo volante

cuordineve e il cervo volante

Cuordineve e il cervo volante

Alessia de Falco & Matteo Princivalle

In un antico bosco di querce abitava un cervo volante: era cresciuto tra i tronchi degli alberi caduti e quell’estate, finalmente, era diventato adulto: gli erano spuntate le ali e sulla testolina erano cresciute due corna eleganti.
Un giorno, passò di lì il Cuorfolletto esploratore a cavallo del suo cervo: stava attraversando il bosco alla ricerca di emozioni da raccogliere nella sua enciclopedia.
Nel folto del bosco, il Cuorfolletto legò il suo destriero ad una quercia caduta.
“Aspettami qui Cuordineve: abbiamo finito l’acqua e ho intravisto un laghetto laggiù; andrò a riempire le borracce. Tu fai il bravo”.
Mentre il cervo brucava l’erica ai piedi del tronco, uscì da una fessura il cervo volante: aveva sentito il rumore degli zoccoli ed era uscito per conoscere il nuovo arrivato.
Non appena lo vide, il cervo Cuordineve – che era un cervo parlante – strillò: “Che schifo! Un insetto gigantesco; vattene via, non mangiarmi. Ha due corna orribili, mi infilzerà”. Il cervo prese a scalciare e a strattonare la corda che lo teneva legato per allontanare l’insetto.
Anche il cervo volante cominciò a svolazzare di qua e di là per lo spavento.
“Che schifo! Un mostro gigantesco, grande come una montagna. Mi schiaccerà!”.
In quel momento tornò il Cuorfolletto; vide i due animali che strepitavano e abbracciò forte il cervo per tranquillizzarlo.
“Ohhhh! Ohhhh! Calma, non c’è motivo di strillare. Cuordineve, è soltanto un cervo volante; non vorrai fargli del male”.
I due animali si fermarono e si fissarono negli occhi, a lungo. Cuordineve intravide la paura negli occhi del cervo volante e l’insetto scorse il disgusto negli occhi del cervo.
“Devi scusarmi” spiegò il cervo, “non sopporto gli insetti, ho paura che mi pizzichino coi loro pungiglioni. Non volevo spaventarti”.
“Non preoccuparti” lo rassicurò il cervo volante, “sono innocuo, mangio soltanto legno e qualche frutto. Queste corna mi servono per sfidare a duello i miei amici; è il nostro gioco preferito, ma nessuno si fa male”.
“Non ci posso credere: anche noi cervi ci sfidiamo a colpi di corna. Siamo così simili”.
Il disgusto e la paura lasciarono il posto alla curiosità: Cuordineve e il cervo volante trascorsero la notte insieme, a raccontarsi le loro avventure e quando i primi raggi del Sole fecero capolino tra gli alberi del bosco erano diventati grandi amici.
“È tempo di andare” disse il Cuorfolletto esploratore, accarezzando il collo del cervo; poi sciolse la corda.
“Buona vita, amico mio” augurò Cuordineve al cervo volante. “Dirò a tutti i bambini che incontrerò lungo la strada che sei un insetto coraggioso e che non devono avere paura di te”.

Nota degli autori: Questa storia è dedicata a un insetto, il cervo volante e a un’emozione. Il cervo volante – che è l’insetto più grande d’Europa – è assolutamente inoffensivo e viene considerato una specie minacciata, a causa della distruzione del suo habitat naturale. Se ne incontrate uno, non fategli del male!
L’emozione, invece, è il disgusto. È un alleato prezioso: ci aiuta ad evitare cibi, oggetti e animali che potrebbero avvelenarci ed infettarci. Alcune cose che provocano “disgusto”, tuttavia, non sono pericolose (proprio come il cervo volante del racconto). Impariamo a giudicare con attenzione!

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