Il potere del “non ancora”

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Come affrontare le difficoltà? Capita – ed è naturale – che i bambini non riescano a fare qualcosa che vorrebbero; del resto accade anche a noi adulti. Come dovremmo comportarci per evitare di scoraggiare i più piccoli senza ingannarli?

La prospettiva del “non ancora”

In una scuola, gli insegnanti hanno deciso di smettere di utilizzare i voti negativi, per non demoralizzare gli studenti. Naturalmente, c’era bisogno di trovare un espediente per tutti quei casi in cui i ragazzi erano oggettivamente insufficienti nel campo da valutare. Gli insegnanti hanno deciso di introdurre una valutazione not yet, “non ancora”: non sei ancora capace di svolgere queste moltiplicazioni, ma presto lo sarai. L’importante è allenarti e non arrenderti.


Di fronte ad un bambino che dica “non ce la faccio”, proviamo ad aiutarlo dicendogli: “non ce la fai ancora”. Quel “non ancora” è fondamentale: sono due parole, ma racchiudono un concetto potente: puoi farcela, ma prima devi crescere e lavorarci. Sono due parole che fanno la differenza, perché proiettano la sfida nel futuro, sostituendo allo sconforto un obiettivo, una mappa di lavoro.
Ecco un esempio: “Non sono capace di vestirmi da sola/o”.
“Non sei ancora capace di farlo, ma presto lo farai. Per cominciare, potresti imparare ad infilare la maglietta”.
Questa prospettiva è stata introdotta dagli studiosi americani della mentalità di crescita (in particolare dalla professoressa Carol Dweck), per aiutare i bambini a non scoraggiarsi e a migliorarsi costantemente, in un percorso di crescita e autoeducazione continua.

Educare al “non ancora” nella pratica
Una semplice attività pratica che possiamo implementare per portare lo spirito del “non ancora” nella vita quotidiana dei nostri bambini è la realizzazione di un cartellone delle cose che non siamo ancora in grado di fare. Dopo aver decorato e incorniciato a piacere il cartellone (per cominciare si può utilizzare un semplice foglio bianco di carta A4) chiediamo ai bambini di scrivere su di esso tutte le cose che vorrebbero fare e che non sono ancora in grado di fare. Mettiamole nero su bianco, poi soffermiamoci un attimo a riflettere insieme a loro sul tempo che potrebbe volerci per acquisire quelle abilità. Se lo desiderano, mettiamo a punto una mappa di lavoro, una “road map” dei passaggi intermedi necessari per riuscire.
Accanto al cartellone del “non ancora”, realizziamo anche un cartellone dei traguardi raggiunti: lì inseriremo tutte le abilità che i bambini hanno acquisito nel corso del tempo. Questo cartellone ha un grande potere motivazionale: dimostra che nessun ostacolo è insormontabile!

PER EDUCARE CON LE FAVOLE:

Per aiutare i più piccoli a riconoscere le emozioni e a coltivare le buone pratiche che ci fanno stare meglio abbiamo scritto la raccolta di racconti “Cuorfolletto e i suoi amici”.

libri cuorfolletto e i suoi amici

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