Il Bruco Mangianoia e il riccio

Alessia de Falco & Matteo Princivalle

C’era una volta un riccio molto timido, talmente timido che il detto “chiudersi a riccio” è nato pensando proprio a lui. Se ne stava in disparte mente gli altri ricci facevano cose da ricci, come ad esempio girovagare, fare scorpacciate di insetti o intrattenersi a conversare con i gatti rossi che sconfinavano nel bosco.

Vi chiederete como mai fosse così timido; ebbene, il riccio si vergognava dei suoi aculei: gli sembravano troppo piccoli rispetto a quelli dei suoi amici e – anche se non ne aveva la certezza – pensava che gli altri ricci lo prendessero in giro. Per questo motivo, decise di allontanarsi e andò a vivere ai piedi di un castagno. Quando in autunno cadevano i ricci che per mesi avevano protetto le castagne, sembravano così simili a lui e per giunta avevano il grande dono di non parlargli alle spalle.

Un giorno passò di lì il Bruco Mangianoia, con un bel cestino: voleva raccogliete un po’ di castagne per poi farne caldarroste o crema di marroni. Quando fu vicino al riccio, vide che si muoveva. “Ehi, sei forse una castagna magica?” chiese il bruco. “No, sono … sono solo … sono solo un riccio … E in me non c’è nulla di magico!” rispose l’animaletto con una vocina tremula, sporgendo il musetto da sotto gli aculei. Il Bruco si avvicinò al piccolo riccio e gli disse: “Tutti abbiamo un potere che ci rende speciali, dobbiamo solo capire qual è”. “Ti sbagli bruco, io non ho davvero nulla di speciale!” ribatté il riccio piccato, poi si accoccolò vicino alle radici del castagno.

Fu allora che il Bruco Mangianoia tirò fuori da cestini una castagna, la spolverò, poi la porse, tutta lucente, al riccio: “Se mi fossi fermato alle apparenze, non avrei trovato questa castagna gustosa. Tutti abbiamo paura di non piacere agli altri, ma i nostri amici ci vogliono bene per quello che siamo e non per quello che vorremmo essere”.

Poi il bruco ripose la castagna nel cestino e, sotto gli occhi del riccio, agitò una zampetta in aria e apparve uno specchio.
“Guarda”, disse al riccio. L’animaletto si avvicinò un po’ timoroso allo specchio, diede una sbirciatina, sgranò gli occhi e sorrise. Lo specchio era magico: gli stava mostrando i suoi amici che, preoccupati per lui, lo cercavano da giorni.
“Ma allora ci tenevano davvero a me!”, disse al Bruco.
“Certo che sì, ma i pensieri degli altri non sono sempre chiari; per questo è meglio parlarsi, prima di giungere a conclusioni affrettate”.

Il Bruco Mangianoia riportò il piccolo riccio dai suoi amici e, prima di salutarlo, gli regalò il cestino di castagne e gli suggerì un paio di ricette da provare. Il riccio fu accolto dagli altri ricci con grande entusiasmo e da quel giorno imparò a preparare una buonissima marmellata di castagne, la migliore di tutto il bosco.

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