Le due figlie del contadino

Esopo, a cura di: Alessia de Falco & Matteo Princivalle

C’era una volta un contadino che aveva due figlie. Quando furono grandi abbastanza, le diede in mogli a un ortolano e ad un vasaio del paese. Trascorse del tempo e un giorno il contadino decise di andare a trovare le due figlie, per sapere come stavano coi nuovi mariti.

La più piccola delle due, quella che era andata in sposa all’ortolano, era in ottima forma.
“Papà”, disse, “sto benissimo. Mio marito è dolce e premuroso e il cibo non manca mai dalla tavola. Però, se posso, ti chiederò un piccolo favore”.
“Qualsiasi cosa”, la accontentò il padre.
“Chiedi agli che facciano piovere”.
“Un acquazzone? E perché mai?” domandò il contadino incuriosito.
“Guarda quei campi: li abbiamo appena seminati. Con un po’ di pioggia le piantine crescerebbero a meraviglia; ma se arrivasse la siccità, morirebbero tutte”.

Il padre salutò la figlia e le promise che avrebbe chiesto agli dei di mandare un acquazzone, poi proseguì lungo la strada che portava dalla più grande, quella che era andata in sposa al vasaio.

“Papà”, gli disse la figlia maggiore, “sto benissimo. Mio marito è un vero galantuomo e facciamo ottimi affari vendendo vasi. Però, se posso, ti chiederò un piccolo favore”.
“Qualsiasi cosa” la accontentò il padre.
“Chiedi agli dei di far splendere il Sole”.
“Il Sole? E perché mai?” domandò il contadino preoccupato.
“Guarda quei vasi in giardino: mio marito li ha appena terminati e l’argilla è ancora fresca. Se il Sole splenderà, seccheranno e li venderemo, ma se scoppiasse il temporale, la pioggia li deformerà e sarà un bel guaio per noi due”.

“Perbacco” sospirò il contadino, tornando a casa. “Una vuole il Sole e l’altra la pioggia. Cosa dovrei chiedere agli dei?”
E così chiese un po’ di Sole e un po’ di pioggia, per non scontentare nessuna delle due.

Questa favola insegna che non si possono svolgere due compiti allo stesso tempo se sono uno l’opposto dell’altro. 

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