Il calicanto e la rondinella

il calicanto e la rondinella

Il calicanto e la rondinella è un breve racconto invernale per bambini da 4 anni in su.

Il calicanto e la rondinella

Testo di: Alessia de Falco e Matteo Princivalle

C’era una volta una rondinella curiosa. Era tempo di migrare, ma lei continuava a saltellare nel bosco in cerca di bacche e vermicelli.
“Ancora un minuto”, urlava alle sue compagne che la incitavano a partire.
Il tempo passò e il cielo si tinse di rosso: era giunto il crepuscolo e l’inverno stava avvolgendo il bosco con il suo abbraccio. La rondinella cercò le amiche, ma era tardi: lo stormo era partito senza di lei.
“Ah, che distratta! E adesso, come farò?”.
Era troppo buio e freddo per partire e così la rondinella cerco un riparo per la notte, certa che il giorno dopo avrebbe raggiunto le compagne.
Così cominciò a vagare per il bosco: tutti gli alberi erano spogli, con i rami scheletrici coperti di brina.

La rondinella zampettò fino alla tana di un ghiro: “Buonasera signor ghiro, mi scusi se la disturbo, ma mi sono persa. Sarebbe così gentile da ospitarmi questa notte?”.
“Non c’è posto qui per una rondine petulante”, le rispose sgarbato il ghiro, prima di spingerla fuori dalla sua casetta.
La rondinella si dispiacque, ma non si perse d’animo. “Forse per il ghiro è stata una brutta giornata, proverò con lo scoiattolo”. Ma anche il piccolo roditore la respinse, dicendo che d’inverno amava la solitudine.
Forse l’inverno era penetrato anche nei cuori degli animali del bosco, perché nessuno aiutò la rondinella.
“Morirò così, al freddo” si disse l’uccellino, singhiozzando.
“Mi piacerebbe così tanto poterti aiutare, ma sono così spoglio”, disse una vocina accanto alla rondine. Era un piccolo cespuglio nodoso, senza nemmeno una fogliolina.

“Sono solo anch’io: i miei semi sono stati portati fin qui dal vento, attraversando le steppe e i deserti; anche la mia famiglia è lontana. Purtroppo posso solo abbracciarti, se questo può bastare”.
La rondinella lo guardò colma di gratitudine e si appollaiò accanto alle radici dell’alberello. Era freddo lo stesso, ma era bello avere un amico.
Fu allora che accadde un prodigio: la primavera, che riposava nel cuore del cespuglio, si risvegliò: dai suoi rami sbocciarono centinaia di fiori gialli come il Sole. I rami fioriti avvolsero la rondine come una calda coperta e la accompagnarono nel mondo dei sogni. Quell’arbusto era un calicanto, una pianta rara, che fiorisce anche d’inverno.
E così, quella notte d’inverno fu riscaldata dal calore dell’amicizia e della bontà. Il giorno dopo la rondine partì, salutando il calicanto, ma non fu un addio: tornò lì ogni anno, per salutare il cespuglio che con la sua compassione le aveva salvato la vita.

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