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Favole di Leonardo da Vinci

favole di leonardo da vinci

Scoprite i nostri adattamenti delle più belle favole di Leonardo da Vinci.

Favole di Leonardo da Vinci

IL CASTAGNO E IL FICO
C’erano una volta un castagno e un fico che crescevano vicini. L’estate era appena finita e il fico era carico di frutti; il contadino e i suoi figli si erano arrampicati sui suoi rami e staccavano i fichi maturi dai rami, posandoli delicatamente nei loro cesti di vimini foderati di stoffa.
Il castagno disse al fico: “Povero fico! È proprio vero che la natura non sa fare parti uguali. I tuoi frutti sono così morbidi e dolci che gli uomini si arrampicano su di te come formiche per coglierli. Le mie castagne, invece, sono avvolte da un velo sottile, protette da una pelle dura come il legno e come se non bastasse, sono racchiuse dentro un guscio pieno di spine. Nessun uomo si azzarda ad arrampicarsi su di me né a toccare i miei frutti con le sue mani”.
Sentendo quelle parole, il fico cominciò a ridere insieme a tutti i suoi figlioli.
“Tu non conosci l’uomo, caro castagno. È un animale così intelligente che pur di mangiare le tue castagne spacca i gusci con le pietre e con i tronchi, squarcia la loro pelle con un coltello tagliente e poi le butta nell’acqua che bolle. I miei frutti invece li raccoglie con delicatezza, poi li posa in un cestino foderato di stoffa per non romperli. Se ci pensi bene, la natura è stata più generosa con me che con te”.

LA PIETRA SCONTENTA
C’era una volta una bella pietra di fiume; qualcuno l’aveva tolta dall’acqua e l’aveva posata su una bella collinetta fiorita, appena sopra la strada. La pietra era posata lì in compagnia degli alberi, dei fiori e dei fili d’erbetta, ma non era contenta. Si diceva: “Perché mai devo stare qui, tutta sola con questi vegetali, mentre là sotto ci sono le mie sorelle”. La strada sotto la collina, infatti, era lastricata di pietre. La pietra scontenta si lasciò cadere di sotto, rotolando giù per la collina finché non si ritrovò in mezzo alla strada.
Ma la vita tra le sue sorelle non era come l’aveva immaginata: veniva pestata dai viaggiatori, schiacciata dagli zoccoli dei cavalli e oppressa dalle ruote dei carri che percorrevano la strada. Gli animali la coprivano di sterco e gli uomini di fango.
“Che vita miserabile” diceva adesso la pietra, “se solo potessi tornare sulla collina tra gli alberi e i fiori”. Ma non poteva, perché nessuno sasso può rotolare dal basso verso l’alto.

IL RASOIO VANITOSO
Un giorno il rasoio uscì dal suo manico e si mise a prendere il Sole. Vedendo il Sole che si specchiava sul metallo lucido, il rasoio si riempì d’orgoglio e disse: “Come sono bello: perfino il Sole si specchia su di me. Eppure devo faticare ogni giorno; sono proprio stufo di tagliare barbe. Anzi, sapete cosa faccio? Me ne vado. E non tornerò più alla bottega del barbiere. Mi nasconderò e mi godrò in pace la mia bella vita”.
Il rasoio fuggì lontano dalla bottega e si nascose in una grotta, per non essere trovato dal barbiere. Rimase lì per qualche mese, poi uscì dalla grotta e si mise al Sole ma questo non si specchiava più sulla sua lama: il rasoio aveva perso la sua lama ed era coperto di ruggine da cima a fondo.
Disperato, si lamentò: “Ah, se solo fossi rimasto alla bottega del barbiere. Avrei dovuto continuare a tagliar barbe, così sarei rimasto ben affilato e lucente; adesso sono solo un ferro vecchio da buttare”.
Questo è quel che accade a chi smette di studiare e di esercitarsi e si dà al divertimento: la sua mente, come il ferro, perde filo e lucentezza e si copre della ruggine dell’ignoranza.

L’INCHIOSTRO E LA CARTA
La carta si lamentava dell’inchiostro, dicendo: “Perché mi sporchi? Ero bella e bianca e adesso sono piena di brutte macchie nere”. L’inchiostro le rispose: “Tu mi disprezzi, ma ricordati che quelle macchie nere formano le parole, ed è solo grazie alle parole che ho scritto sopra di te che gli uomini ti sfogliano e ti considerano preziosa”.

LA MATITA E IL TEMPERINO
Matita e temperino sono obbligate ad essere amiche, ma la loro amicizia è preziosa: la matita non sarebbe molto utile senza temperino e viceversa.

IL RAGNO E L’UVA
Il ragno si era nascosto tra i grappoli d’uva per acchiappare le mosche, attirate dal dolce profumo di frutta. Il trucco funzionò a meraviglia fino alla vendemmia, quando il contadino raccolse anche il ragno insieme ai grappoli e lui rimase schiacciato.

LA PIETRA FOCAIA E L’ACCIARINO
Quando l’acciarino colpì la pietra focaia per produrre una scintilla, la pietra disse: “Perché mi colpisci? Lasciami in pace, che non ho mai fatto del male a nessuno”. Ma l’acciarino le rispose: “Sii paziente, e vedrai che nascerà qualcosa di straordinario”. La pietra aspettò con pazienza e si lasciò colpire ancora e ancora, finché non vide nascere un bel fuoco. Questa favola è per tutti coloro che si hanno paura di studiare: se continuano con pazienza, il risultato sarà meraviglioso.

LO SPECCHIO E LA REGINA
Quando la regina si guarda allo specchio, questo si riempie d’orgoglio. Ma appena la regina se ne va, ecco che lo specchio torna a riflettere il vuoto.

IL FERRO E LA LIMA
Il ferro è così pesante che nessuno riesce a spostarlo, ma grazie al lavoro incessante di una piccola lima si può trasformare in polvere così sottile che persino il vento la solleva.

Tag: favole di Leonardo da Vinci

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