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10 modi autorevoli per dire di no

Si fa come dico io.
Perchè?
Perchè lo dico io.
Fine della discussione.

 Molto spesso la diplomazia familiare inizia e finisce con queste tre frasi. Troppo stanchi per gestire trattative e dirimere controversie, i genitori tagliano corto. Può sembrare una soluzione molto efficace, ma sul lungo periodo presenta delle pecche.
È difficile avere collaborazione se non c’è fiducia e, per ottenere quest’ultima, non c’è altra soluzione che il dialogo. Pensateci bene: ascoltereste qualcuno che vi dice: Devi fare così perché lo dico io? O vi sentireste prevaricati?

 Oggi affrontiamo un tema che spesso riscontriamo nelle nostre vite quotidiane: la negoziazione, la gestione del conflitto. Nella vita, in famiglia, sul lavoro, è tutto un negoziato, un tentativo, di raggiungere un accordo, spesso senza successo.

Una volta si pensava che l’eccesso di democrazia creasse confusione e che a scegliere dovessero essere i genitori. Oggi i genitori stabiliscono le regole, hanno il compito di insegnare a rispettarle, ma spesso si trovano a dover gestire anche il conflitto che deriva da una maggiore apertura al dialogo. Proviamo a trasformare una situazione spiacevole in momento di crescita per la famiglia: dove c’è litigio, dove la discussione diventa estenuante, impariamo l’arte di gestire le criticità. Come? Proprio attraverso la negoziazione, che significa reggere le fila del dialogo, della stima e della motivazione.

La tenacia è il segreto per la buona riuscita di una strategia familiare efficace. Non stancatevi di ascoltare e motivare, anche di fronte alle complicazioni create dai capricci e dalle fissazioni tipiche dei bambini. L’altra regola è: mai cedere sulle regole date. Se avete stabilito dei limiti per le questioni di rilievo, rispettateli e fateli rispettare. Cedere significa annullare automaticamente qualsiasi posizione di forza da cui negoziare. Non vi stiamo dicendo di essere dittatori, ma persone autorevoli. Da ascoltare. Da stimare. Da seguire come esempio.

Non c’è bisogno di una carriera diplomatica per capire che tutto questo ha bisogno di metodo: mentre le pubblicità esaltano il quality time, con stereotipi di famiglie allegre e sorridenti fin dal risveglio, la realtà è ben altra: nella miriade di attività quotidiane, spesso non si ha la pazienza, la forza, di sedersi a un tavolo e parlare. Nè con i bambini, nè con gli adulti. Proviamo a vivere la negoziazione come un momento per ricostruire la squadra, per arrivare a un accordo, aumentando la fiducia reciproca: se io collaboro, anche tu collabori.

 Di seguito vi proponiamo dieci consigli per allenarvi a diventare negoziatori e gestire le crisi diplomatiche in famiglia.

1) Partite da subito
Sin dalla più tenera età, è bene insegnare ai piccoli che non tutto è scontato. Per cui la trattativa si basa su una richiesta e un negoziato e non prevede automaticamente un feedback positivo.

2) Siate coerenti
L’educazione è un percorso basato sulla coerenza. Se cedete su alcune regole che avete dato, non potete poi pretendere di farle rispettare senza polemiche. Insomma, se è no, è no.
3) Dimostrate la vostra autorevolezza
La credibilità di un genitore è basata sulla capacità di gestire un negoziato con i figli. Fategli vedere che sapete mantenere la calma, ascoltare e trovare soluzioni.

4) Non temete il conflitto
La conflittualità, purché non si trasformi in rissa, può essere costruttiva. Senza litigare non si cresce. A volte si alzerà la voce o si scatenerà un pianto. Non fatevi venire sensi di colpa. Se c’è amore, le difficoltà si superano.

5) Imparate a dire i no e a crederci
Il sì è più semplice, ma è la morte del negoziato. Non cedete per evitare lo scontro: difendere le proprie idee, con educazione, è il modo migliore per insegnare ai figli a rispettare e far rispettare le idee proprie ed altrui.

6) Usate regole e sanzioni.

Ogni intesa prevede incentivi, regole e sanzioni. Se il dialogo non basta, se siete di fronte ad un episodio grave, non sentitevi cattivi genitori se sanzionate un comportamento negativo. Solo capendo il limite, si può amare la libertà e viverla concretamente nella propria vita 

7) Vivete le sfumature
Cercate, pur sentendovi dalla parte della ragione, di non arroccarvi su una posizione, anche con gli adulti. Solitamente una valida trattativa non prevede solo bianco e nero, ma una serie di colori intermedi. Non significa avere una posizione incerta, ma provare a vedere e capire le motivazioni altrui.

8) Prendete tempo
Se le posizioni sono troppo distanti o incompatibili, prendere tempo significa vedere le cose da una prospettiva diversa. Smussando gli spigoli, sarà più semplice riprendere il negoziato.

9) Capite dove volete arrivare
Stabilite il vostro obiettivo, cosa volete davvero e dove potete mediare. E’ importante capire cosa si è disposti a dare in cambio di ciò che ci viene chiesto e pesarlo rispetto a quanto siamo disposti a cedere.

10) Parlate in prima persona
Le generalizzazioni non servono, dire “io penso così” significa esporsi in prima persona e dare fiducia all’io del nostro interlocutore.

 Come avrete capito, raggiungere un punto di intesa non è mai semplice. Ma è importante farlo, per valorizzare, nel rispetto delle regole comuni, le diversità di ogni membro della famiglia, premiando gli sforzi reciproci. Senza mai dimenticarvi il sorriso.

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