Affrontare il bullismo a casa e a scuola: idee e soluzioni

A cura di: Consuelo Napoli (docente della scuola primaria)

La prevenzione del bullismo è possibile promuovendo le capacità relazionali (life skills e soft skill) già dalla prima infanzia, nel rispetto di sé e degli altri. I bambini vanno affiancati perché, per età e maturità, non possono affrontare da soli queste tematiche.

La scuola e la famiglia devono offrire al bambino e all’adolescente: 1) informazioni adeguate, 2) un supporto capace di osservare, riconoscere e affrontare gli episodi di bullismo.

Contrastare il bullismo: idee e soluzioni

Come comportarsi? Il ragazzo leso virtualmente dovrebbe evitare le offese e ignorarle rifiutando qualsiasi tipo di rapporto con il bullo, non offendere per evitare di incoraggiare la prepotenza, non scambiare le proprie informazioni personali (numero di telefono, indirizzo di casa) e, soprattutto, parlare con i propri genitori dell’accaduto. Sapranno loro come difenderli, magari avvertendo l’amministratore del sito e, nel caso di minacce gravi o costanti, anche la Polizia Postale. Per combattere il bullismo ed il cyberbullismo è necessario che siano coinvolte a pieno titolo i genitori e le istituzioni, in primo luogo la scuola e tutte le figure che vi ruotano intorno. È altresì importante prevedere campagne di promozione della consapevolezza del fenomeno tra i giovani i loro familiari.

In famiglia

I genitori devono sapere che, per evitare di trasformare i propri figli in prevaricatori, occorre:

  •  Insegnare ad esprimere la propria rabbia in modo costruttivo e con maturità.
  • Comunicare in modo sincero.
  • Insegnare a identificarsi con gli altri
  • Insegnare a comprendere le conseguenze dei propri comportamenti.
  • Prendere esempio dai modelli positivi.

I genitori dovrebbero imparare a cogliere i segnali che i figli – vittime del bullismo – mandano o nascondono. Eccone alcuni:

  • Trovare scuse per non andare a scuola o voler essere accompagnati.
  • Fare frequenti richieste di denaro.
  • Essere tesi, tristi ed emotivamente scossi dopo la scuola.
  • Presentare lividi, tagli, graffi o strappi negli indumenti.
  • Dormire male o bagnare il letto.
  • Raccontare di non avere nessun amico.
  • Rifiutarsi di raccontare ciò che avviene a scuola.
  • Chiudersi nel proprio silenzio.

A scuola

A scuola:

  • Proporre agli alunni un questionario e organizzare una giornata di dibattito
    e incontri fra genitori, fra insegnanti e fra genitori e insegnanti. Potrebbe aiutare per capire
    le dimensioni del fenomeno.
  • Una maggiore attività di controllo durante la ricreazione, la mensa o nei pressi dei bagni,
    metterebbe al sicuro le potenziali vittime. Sono questi i momenti in cui la maggior parte dei
    bulli agisce indisturbata.
  • In genere sono gli studenti più grandi a fare i bulli con quelli più piccoli o con gli ultimi
    arrivati. Si può valutare di dividere gli spazi e i tempi della ricreazione per gli uni e per gli
    altri.
  • Elogi, ricompense e sanzioni possono servire a modificare il comportamento degli studenti
    più aggressivi, ma non bastano per far cambiare atteggiamento al bullo. Bisogna lavorare
    sull’intero contesto. Spesso i bulli sono portatori di profondo disagio ed hanno subito
    ingiustizie a loro volta.
  • Spesso si ha timore o vergogna di raccontare personalmente ciò che sta succedendo.
    Potrebbe essere di aiuto, per genitori e vittime, avere un numero di telefono al quale
    rivolgersi.
  • Si possono istituire “cassette delle prepotenze” dove lasciare dei biglietti con su scritto
    quello che succede; individuare degli studenti leader che aiutino le vittime; aprire uno
    sportello psico-pedagogico che sia di riferimento per bambini e adulti.
  • In classe, tutti insieme, si possono individuare poche e semplici regole di comportamento
    contro il bullismo. Le regole devono essere esposte in modo ben visibile e tutti devono
    impegnarsi a rispettarle.
  • Il silenzio e la segretezza sono potenti alleati dei bulli. È importante abituare i ragazzi a
    raccontare ciò che accade e a non nascondere la verità.
  • Se l’insegnante individua un bullo o una vittima, per aiutarlo è necessario parlare subito con
    lui di ciò che gli accade.

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