DSA: DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO

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Nonostante siano all’ordine del giorno, i Disturbi Specifici dell’Apprendimento sono ancora oggetto di molta confusione e, spesso, in rete vengono affrontati in modo incompleto e fuorviante. Per offrire ai lettori una panoramica chiara e al tempo stesso qualificata, abbiamo scelto di rivolgerci ad uno psicologo specializzato nei disturbi dell’età evolutiva e di neurosviluppo.

LE CARATTERISTICHE DEI DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO

I DSA, vengono classificati sia nell’ICD-10 che nel DSM-5 (i due principali strumenti di classificazione e diagnosi in ambito psicologico e psichiatrico) come disturbi del neurosviluppo. Questo significa che sono condizioni patologiche legate alla maturazione cerebrale dell’individuo (dunque hanno una base neurobiologica) e che perdurano per l’intero arco di vita della persona.

In particolare, i Disturbi Specifici dell’Apprendimento condividono queste caratteristiche:

  • Sono disturbi intrinseci alle traiettorie evolutive dell’individuo;

  • Sono disturbi fortemente associati al substrato biologico dell’organismo;

  • Presentano pattern fenotipici significativamente legati alla maturazione del Sistema Nervoso Centrale;

  • Presentano condizioni maturative cui sono associati indicatori genetici;

  • Sono disturbi che efferiscono da una consistente quota di ereditabilità; in altre parole, se un individuo presenta un DSA, è facile che questo sia presente anche in altri membri della famiglia.

Per comprendere meglio le peculiarità dei DSA, vi proponiamo questa definizione:

I disturbi Specifici dell’Apprendimento costituiscono un termine di carattere generale che si riferisce a un gruppo eterogeneo di disordini che si manifestano con significative difficoltà nell’acquisizione e uso di abilità di comprensione del linguaggio orale, espressione linguistica, lettura, scrittura, ragionamento o matematica.
Questi disordini sono intrinseci all’individuo, presumibilmente legati a disfunzioni del sistema nervoso centrale e possono essere presenti lungo l’intero arco di vita. Problemi relativi all’autoregolazione del comportamento, alla percezione e interazione sociale possono essere associati al disturbo di apprendimento. Benché possano verificarsi in concomitanza con altre condizioni di handicap (per esempio danno sensoriale, disabilità intellettiva, serio disturbo emotivo) o con influenze esterne come le differenze culturali, insegnamento insufficiente o inappropriato, i disturbi specifici di apprendimento non sono il risultato di queste condizioni o influenze
”.
(National Joint Committee on Learning Disabilities, 1998).

L’analisi di queste definizioni e dello scenario clinico internazionale ci permette di sfatare un paio di miti:

  • I Disturbi Specifici dell’Apprendimento sono fenomeni neurobiologici riconosciuti, non sono condizioni originate da fattori emotivi e personali, come una presunta “pigrizia”; dunque, affermare che i ragazzi con DSA siano semplicemente svogliati è tanto sbagliato quanto ingiurioso;

  • L’intervento psicologico non è affatto inutile: nonostante la base biologica del disturbo, l’intervento permette di lavorare sull’impatto che questo ha sulla vita dell’individuo, sulle sue prestazioni scolastiche e sul suo benessere individuale; inoltre, vi sono numerose evidenze scientifiche sul fatto che l’intervento psicologico permetta di ridurre sensibilmente i deficit causati da DSA.

Per concludere: il tema dei DSA è un argomento delicato, che tocca da vicino migliaia di ragazzi e famiglie; per questo è opportuno affrontarlo con solide basi scientifiche, diffidando dei “consigli da web” e dai presunti specialisti.

a cura del dott. Lorenzo Conforti,
dottore magistrale in psicologia clinica, specialista dell’età evolutiva

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