Ottimismo e pessimismo non sono innati: dipendono dai nostri schemi mentali

“Il pessimismo dei bambini è in parte appreso dagli adulti di riferimento, come genitori, insegnanti, educatori. I vostri figli sono come spugne: assorbono ciò che dite e “come” lo dite“.
Martin Seligman
Chiunque abbia dei bambini a casa o lavori a contatto con loro dovrebbe considerare con attenzione le parole di Martin Seligman. Purtroppo, la maggior parte delle cattive abitudini (come il pessimismo, la scarsa resilienza e l’insoddisfazione verso la vita) sono ereditarie o fortemente influenzate dall’ambiente familiare. La buona notizia è che possiamo lavorare su noi stessi. Invece di giudicare il mondo intorno a noi (e soprattutto i bambini), perché non crescere dentro?
Torniamo al nostro esempio: l’ottimismo. L’ottimismo si può allenare; esiste un metodo molto concreto per riuscire ad “imparare l’ottimismo”: si tratta di imparare a mettere in discussione i pensieri pessimistici. Seligman propone un modello in cinque fasi, soprannominato ABCDE.
- A: di fronte a un’avversità, dobbiamo prendere consapevolezza del fatto che questa genererà dei pensieri pessimistici;
- B: identifichiamo queste credenze/convinzioni;
- C: identifichiamo le conseguenze di questi pensieri e di queste convinzioni pessimistiche; come potrebbero modificare il nostro comportamento? A cosa ci porteranno?
- D: discutiamo queste convinzioni: sono fondate? Derivano forse da un nostro errore di pensiero? Ci sono alternative? Sono convinzioni utili?
- E: quando la nostra discussione personale ha successo, la nostra mente viene energizzata; i pensieri pessimistici vengono sostituiti dall’ottimismo e dalla ricerca di soluzioni.
Il punto più difficile è quello contrassegnato dalla lettera D: infatti, discutere i propri pensieri non è per niente facile. Seligman ha individuato quattro strategie che ci vengono in aiuto per discutere i nostri pensieri:
- Trova delle prove: dove sono le prove che dimostrano la correttezza del pensiero pessimistico? Solitamente non ce ne sono; se affrontiamo la discussione dal punto di vista delle prove dovremo trasformarci in “detective”;
- Trova delle alternative: ogni evento di solito può produrre più esiti differenti. Le persone pessimiste si concentrano sull’alternativa peggiore; imparare ad elaborare più convinzioni diverse ci aiuterà a bilanciare i pensieri. In pratica: prova a individuare mentalmente tutti i possibili esiti di un evento.
- Quali sono le implicazioni dei pensieri? Prova ad attribuire una probabilità a ciascuna alternativa. Spesso l’alternativa peggiore non è la più probabile. Se non sai come fare, vuol dire che devi tornare alla prima tecnica e devi cercare delle prove.
- Pensare a questo mi farà bene? L’ultima strategia è quella dell’utilità: spesso un pensiero produce conseguenze molto più serie nella nostra mente che nella realtà. Riportare i pensieri alla realtà ci aiuterà a non rimuginare.
Invece di dire ai bambini cosa devono fare/pensare, mettiti alla prova con questa tecnica; lavora sull’ottimismo: sarai di grande aiuto al mondo intero (e vivrai meglio).
FONTI