Il pensiero magico dei bambini
Uno degli aspetti più curiosi e affascinanti dell’infanzia è il pensiero magico. I bambini, infatti, utilizzano un pensiero assai diverso da quello degli adulti, che è di stampo logico. Scopriamo insieme il pensiero magico infantile e le sue caratteristiche.
Le caratteristiche del pensiero magico
La caratteristica più importante del pensiero magico dei bambini è la credenza che le persone, gli animali e gli oggetti intorno al bambino condividano i suoi pensieri e i suoi stati d’animo.
I bambini, nella fase del pensiero magico, non riescono a differenziare correttamente la propria realtà (composta da percezioni, stati d’animo e pensieri) da quella degli altri.
Il pensiero magico, inoltre, è un pensiero animistico: gli oggetti inanimati vengono trattati alla stregua di esseri viventi. Così, può capitare di sentire una bambina o un bambino parlare ai suoi giocattoli.
Infine, il pensiero magico dei bambini non ricorre ai vincoli di spazio e di tempo: spazio e tempo sono due dimensioni indefinite, prive di una coerenza interna.
L’età del pensiero magico
Qual è l’età del pensiero magico? Fino a che età questo prevale nei bambini? Secondo i principali studi condotti dagli psicologi dell’infanzia e dello sviluppo, il pensiero magico prevale fino ai sette anni. Con l’ingresso a scuola, cede gradualmente il posto al pensiero logico razionale e al pensiero morale tipici dell’età adulta.
Il pensiero magico “muore” con l’infanzia?
Possiamo affermare che il pensiero magico muoia durante il passaggio dall’infanzia alla preadolescenza? In realtà no: anche se nei ragazzi si consolida il pensiero logico razionale, quello che li accompagnerà per tutto il corso della vita, il pensiero magico rimane in vita.
A cosa serve il pensiero magico
Perché i bambini ricorrono al pensiero magico se distorce a tal punto la realtà? Non si tratta di un “nemico” da debellare al più presto? Secondo gli studiosi, il pensiero magico riveste alcune funzioni molto importanti per il bambino. La prima, nonché la più importante, è quella di difenderlo dall’ansia: il bambino non dispone dei meccanismi logici necessari per comprendere e prevedere gli eventi nel mondo. Questi gli accadono, in modo imprevedibile e inaspettato, stravolgendo la sua vita. Grazie al pensiero magico il bambino riesce a formulare spiegazioni creative, capaci di rassicurarlo. Se non ci fosse questo “salvavita”, il bambino si troverebbe assolutamente inerme e sottoposto ad un’ansia fortissima.
Il pensiero magico e il futuro
Il pensiero magico, inoltre, viene utilizzato in modo propiziatorio: proprio come gli uomini dell’antichità facevano sacrifici agli dei nella speranza di ottenere un raccolto abbondante, un buon bottino o di vincere una battaglia, allo stesso modo i bambini, attraverso il loro pensiero magico, possono mettere in atto piccoli rituali, con la speranza di modificare il corso degli eventi futuri secondo i propri desideri. Questa funzione offre due benefici: fa sperimentare al bambino un senso di sicurezza e lo aiuta a costruire i meccanismi della volontà e del desiderio.
Come comportarsi
Come dovremmo comportarci quando i bambini ci manifestano il loro pensiero magico? Dobbiamo incentivarli o riportarli coi piedi per terra? Esiste un limite alla fantasticheria? Queste domande sono importanti e, probabilmente, chiunque si sia trovata/o a contatto con un bambino se le è poste.
Un buon punto di vista educativo è il seguente: rispettiamo le differenze e attendiamo con pazienza. L’adulto e il bambino non differiscono tra loro esclusivamente per la stazza e per la quantità di conoscenze possedute. Il sistema-bambino è completamente differente.
La metafora della farfalla
Un cucciolo di farfalla non è una farfallina, ma un bruco. Un bruco! Il bruco è un insetto completamente diverso dalla farfalla, sua forma adulta. È radicalmente diverso. Con i bambini accade lo stesso: il pensiero magico che li muove è per noi difficile da comprendere e molto, molto diverso dal nostro pensiero.
Una farfalla non potrebbe mai pretendere che i suoi bruchi la seguano in volo. Allo stesso modo, noi non possiamo in alcun modo pretendere che i bambini seguano il nostro pensiero logico. Non è nelle loro corde, non è alla loro portata. Un giorno, tra dieci anni, potranno farlo, ma adesso no.
E allora, dobbiamo portare pazienza e fare un esercizio di rispetto: anche se i bambini pensano in modo diverso dal nostro, il loro cervello emotivo è agile e frizzante. Se li rispettiamo e se ci sforziamo di guardare il mondo dalla loro prospettiva, lo capiranno e lo apprezzeranno.
Un buon esercizio è proprio quello della farfalla: immaginiamo di essere delle farfalle, e di avere vicino a noi dei bruchi meravigliosi e variopinti; come potremmo interagire con loro?
In sintesi
- Il pensiero infantile è molto diverso da quello degli adulti: è un pensiero magico, che si contrappone al nostro pensiero logico razionale;
- Il pensiero magico è animistico e distorce lo spazio e il tempo: i bambini trattano gli oggetti inanimati alla stregua di persone e credono che gli altri possano conoscere i loro pensieri;
- Il pensiero magico aiuta lo sviluppo del bambino, proteggendolo dall’ansia;
- Il pensiero magico è dominante fino ai sette anni di età poi, gradualmente, viene sostituito dal pensiero logico razionale;
- Il pensiero magico non muore con l’infanzia; anche in età adulta abbiamo i nostri “momenti magici”;
- Il pensiero magico non va represso, ma compreso e rispettato.
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