LA LINGUA CI RENDE UGUALI

È solo la lingua che ci fa eguali. Eguale è chi sa esprimersi e intende l’espressione altrui, perciò tentiamo di educare i ragazzi a più ambizione. Diventare sovrani! Altro che medico o ingegnere. Le lingue le creano i poveri e poi seguitano a rinnovarle all’infinito. I ricchi le cristallizzano per poter sfottere chi non parla come loro. O per bocciarlo“.
Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa

Perché la scuola si possa definire realmente democratica, deve avere al centro l’educazione linguistica: la crescita dell’alunno può avvenire esclusivamente a patto che egli impari a padroneggiare l’espressione linguistica. La padronanza linguistica è l’elemento essenziale che permette di esercitare il proprio ruolo di Cittadino, prima ancora che di lavoratore.

La cultura vera è possedere la parola. Una scuola che seleziona distrugge la cultura. Ai poveri toglie il mezzo di espressione“.
Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa

Sono queste considerazioni che dovrebbero convincerci della necessità di leggere ai bambini, di coltivare in loro l’amore per la lettura e di abituarci, tutti insieme (grandi e bambini) a conversare e ad esprimerci. Don Milani, naturalmente, parlava di educazione linguistica a livello scolastico: un tema più che mai attuale, visto l’elevato numero di studenti che presentano bisogni educativi speciali nelle nostre classi.

Eppure, esiste un secondo livello della padronanza linguistica: quello dell’adulto educatore (genitore o insegnante) che sceglie di non cristallizzare la sua competenza linguistica, ma che invece la approfondisce e la mantiene viva. In questo senso, possiamo educare i ragazzi scegliendo di educare noi stessi.

FONTI

  • Baldacci, Personalizzazione o individualizzazione?, Erickson, 2005
  • Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa, Libreria Editrice Fiorentina, 1990 (prima ed. 1967)

 

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