La regola dei cinque secondi

regola dei cinque minuti

Mel Robbins è un avvocato e una speaker motivazionale di fama mondiale. Tra i suoi assi nella manica, troviamo la regola dei cinque secondi: “Conta fino a cinque, poi fallo e basta” (La regola dei cinque secondi, Sperling&Kupfer, 2018). Tecnica semplice ma efficace.
Ogni decisione, se la prendiamo in cinque secondi, si trasforma in un piccolo atto di coraggio quotidiano.
La tecnica dei cinque secondi ha un fondamento scientifico. Cervello e istinto sono legati tra loro: uno studio condotto da tre università americane rivela come la mente sia capace di elaborare veri e propri “piani”: se noi desideriamo raggiungere un obiettivo, la mente prepara un elenco dei passaggi necessari in modo implicito. Questo processo è in larga parte implicito e inconsapevole. Quando ci troviamo a dover prendere una decisione, il nostro istinto non è altro che il frutto del piano elaborato dalla nostra mente. Ecco perché seguirlo potrebbe rivelarsi una buona idea.
Seguire l’istinto è semplice: non dobbiamo fare altro che fidarci della nostra voce interiore. Tuttavia, semplice non significa facile. Infatti, fidarsi e gettare il cuore oltre l’ostacolo non è così immediato. Richiede un grande coraggio e, soprattutto, la capacità di tollerare il fallimento.
Ciò che il più delle volte ci distrae dal nostro istinto è il dubbio “e se sbagliassi?”. Da lì alla ruminazione mentale il passo è breve, e quando ci troviamo intrappolati nei nostri pensieri pessimistici e catastrofici, le conseguenze non sono quasi mai positive; l’energia mentale che avremmo dovuto infondere nelle nostre azioni finisce sprecata in questo ciclo mentale perfettamente inutile.

Il grande pregio della regola dei cinque secondi è proprio quello di mettere un freno alla ruminazione mentale, il nostro “grande nemico”. Ne abbiamo parlato a proposito di ottimismo e torniamo a ripeterlo: gran parte della nostra insoddisfazione e dei piccoli insuccessi quotidiani – procrastinazione compresa – nasce quando invece di agire, scegliamo di dare spazio ai nostri pensieri.
Questa lezione è molto importante anche per i bambini: loro, naturalmente portati ad ascoltare l’istinto, rischiano di perdere questo dono prezioso nel corso del processo educativo. Cosa possiamo fare? Non mortificarli di fronte ad un errore e abituarli, sin da piccoli, a trasformare le proprie scelte in azioni. Se riusciamo a non giudicarli per i loro errori, saremo già a metà del percorso.

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