L’educazione per un mondo migliore
Cosa dovremmo imparare a scuola? Quali dovrebbero essere gli obiettivi primari dell’educazione: competenze e conoscenze oppure un carattere forte e la capacità di vivere bene all’interno della società?
“Il grande compito dell’educazione consiste nel cercar di salvare la normalità che, con la sua forza, tende verso il centro della perfezione. Ora invece non si fa che preparare artificialmente uomini anormali e deboli… La massa degli illetterati, che copre per metà la superficie della terra, non pesa veramente sulla società; ciò che pesa è il fatto che noi senza avvedercene ignoriamo la creazione dell’uomo e calpestiamo i tesori depositati da Dio stesso in ogni bambino, perché la si trova la sorgente dei valori morali e intellettuali che possono portare il mondo intero su di un piano più alto“.
Maria Montessori
Sarebbe davvero bello se l’educazione prendesse a cuore il concetto di gioia, inteso come la felicità non di un singolo, ma di un gruppo di persone, della società intera. Non si tratta di un’idea nuova: Maria Montessori parlò di progresso sociale e di amore più di settant’anni fa; le sue intuizioni, sono state avallate e corroborate dalla ricerca psicologica e neuroscientifica. Quando parliamo di intelligenza emotiva, non dobbiamo dimenticare che il suo fine ultimo è quello di portare ad una società della gioia e dell’equilibrio.
Si tratta di una prospettiva sufficientemente differente da quella odierna, che pensa ai bambini di oggi come ai lavoratori del domani. Il lavoro (inteso come occupazione in grado di garantire un reddito) è un aspetto importante della vita, ma ve ne sono altri che non sono da meno: la famiglia, la ricerca spirituale, la ricerca del benessere e del progresso sociale.
FONTI
- Maria Montessori, La mente del bambino, Garzanti, 1999 (ed. originale 1948)
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