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La mindfulness del ranocchio, per grandi e bambini

Vivere il presente, per essere più consapevoli. Conoscete la Mindfulness?

Sapete cos’è la Mindfulness? Probabilmente ne avete sentito parlare in uno dei molti blog tematici che popolano il web. Oggi ne parliamo brevemente, per ricollegarci al tema dell’attenzione e della concentrazione. Spesso notiamo come i bambini siano bombardati di stimoli: televisione, corsi, videogiochi, comunicazioni sempre più veloci.

In questo contesto così iper dinamico, diventa sempre più difficile non solo trovare il tempo per annoiarsi, ma anche la capacità di concentrarsi.
Facciamo fatica anche noi adulti a ritagliarci degli spazi per pensare, senza distrazioni. Perché allora non ispirarsi a questa metodologia, magari rivista in maniera più ludica, per riscoprire il valore del presente, il qui ed ora? Non vi stiamo svelando ricette magiche, ma qualche idea su cui riflettere, da applicare giocando. Anche perché, come ricordiamo sempre, il modo migliore per avere bambini sereni e concentrati è essere emotivamente presenti.

Mindfulness in pillole

Il termine Mindfulness viene dall’inglese e significa consapevolezza. Una descrizione classica ce la fornisce Jon Kabat-Zinn, tra i pionieri di questo approccio:

Mindfulness significa prestare attenzione, ma in un modo particolare:
– con intenzione
– al momento presente
– in modo non giudicante.

E’ un po’ quel che dicevamo all’inizio: si tratta di un modo per riscoprire la piena esperienza del momento. Grazie ad alcune tecniche, ci si può allenare a governare il flusso di pensieri e preoccupazioni, provando a vivere e a guardare il mondo con entusiasmo e soddisfazione.

Il motivo per cui oggi ne parliamo è che siamo profondamente convinti che, per educare alla  felicità, non serva solo il sorriso come raccontavamo ieri, ma anche la capacità di restare in contatto con le proprie sensazioni e ed sentimenti, anche quando sono spiacevoli, senza criticarsi perché si provano emozioni irrazionali o inappropriate.

Jon Kabat Zinn e la moglie hanno scritto un libro, tradotto in italiano “Il Genitore consapevole”, proprio per condividere la loro esperienza di genitori mindful. Lungi da voler fare un trattato su come diventarlo, vi proponiamo di seguito qualche semplice idea da provare in famiglia.

Non complichiamoci la vita

Rendere semplici le cose è una delle sfide più grandi. Lo diceva anche Bruno Munari (“Complicare è semplice, semplificare difficile”): siamo immersi in molteplici attività e pensieri. Per provare a dipanare la matassa e imparare a dare priorità alle cose importanti, proviamo a sentire le emozioni. Facciamoci aiutare dalla musica che ci piace, a volte vengono suggerite le campane tibetane, ma basta davvero un buon cd per rilassarsi e distaccarsi. Sarà più semplice dare linearità al pensiero.

Scopriamoci supereroi

Sviluppiamo i nostri super poteri, le abilità sensoriali che non conosciamo.

Un ottima palestra è la tavola: spesso mangiamo di fretta, senza gustare il cibo. Non diamo valore al momento conviviale. Proviamo a fare un esercizio: chiediamo ai bambini di concentrarsi e scoprire gli ingredienti della pappa che stanno mangiando, è un modo per focalizzare l’attenzione sui colori e sapori.

Il tempo della settimana: siamo sole o nuvola?

Durante la quotidianità proviamo emozioni molto diverse, quasi come il tempo che varia. Questo paragone può aiutare i bambini a pensare alle loro emozioni, senza identificarsi troppo con esse. Può anche diventare un gioco da fare in famiglia: realizzate un cartellone in cui tutti disegnano “L’umore del giorno”. 

Facciamo una camminata “consapevole”

A volte siamo talmente di fretta da non accorgerci dei particolari intorno a noi. Proviamo ad uscire con i bambini, quanto abbiamo un po’ di tempo: facciamo una “passeggiata mindful”, trasformandola in un gioco. Invitiamo i piccoli a focalizzare l’attenzione sull’ambiente (suoni, odori, colori …).
Poi dopo qualche minuto chiediamogli di provare a sentire cosa dice il loro corpo (“Sei tranquillo? Riesci a sentire il tuo cuoricino che batte?”).
Alterniamo la concentrazione su sensazioni esterne ed interne per prendere consapevolezza di sensazioni interne ed esterne.

Siete pronti? Sedetevi come il ranocchio

Grandi e piccini, per stare bene, hanno bisogno di più silenzio, e di meno stimoli. Un buon modo per sperimentare la meditazione è … sedersi come dei ranocchi. Ce lo racconta l’olandese Eline Snell, autrice del libro: “Siediti come un ranocchio: esercizi di mindfuness per bambini (e per i loro genitori)”.

Se volete provare, dimenticatevi per qualche minuto di televisione, Ipad, computer e trovate un luogo abbastanza tranquillo. Bene, ora fate i ranocchi per un minuto. Pensate all’animaletto che se ne sta lì, quasi immobile, respira e nota tutto.  Ma invece di farsi distrarre dalla prima cosa che gli viene in mente, conserva la sua energia per quando arriva qualcosa di davvero interessante.

Ecco, diventando un po’ ranocchio ogni giorno, impareremo la bellezza del presente.

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