PROBLEMI CON LA MATEMATICA? IL VERO PROBLEMA E’ COME VIENE INSEGNATA

Tra le materie più temute dagli studenti c’è sicuramente la matematica, che spicca sia per il numero di studenti in difficoltà che per la grande richiesta (sigh) di lezioni private. Il principale problema della matematica nella nostra scuola è il modo in cui viene insegnata. La didattica della matematica è ancora eccessivamente frammentata ed influenzata dal mercato.

Vi portiamo due esempi. Il primo è quello del Metodo Analogico, del maestro Camillo Bortolato. Divulgato da una casa editrice influente, Erickson, si è presto imposto come uno dei principali metodi “innovativi” per insegnare la matematica in Italia. Il metodo, però, non ha ricevuto la validazione della comunità scientifica. Al contrario: la Commissione Italiana per l’Insegnamento della Matematica ha pubblicato una nota stampa fortemente scettica sul metodo (potete leggerla qui), che viene accusato di ignorare aspetti essenziali della matematica e di ridurre la stessa al “far di conto”, a discapito dei processi superiori.

Il secondo è quello del metodo Singapore: si tratta di un modello didattico per l’insegnamento della matematica adottato da tempo a Singapore, che ha dimostrato un potenziale notevole. Eppure, in Italia quasi nessuno lo conosce: si tratta di un metodo approfondito da pochi gruppi di ricerca e lavoro, a discapito dei suoi vantaggi e della semplicità di utilizzo. Tutto questo nonostante il metodo Singapore abbia ottenuto a livello mondiale ampio consenso.

Queste lacune derivano in larga parte dall’ampia autonomia didattica, alla quale non si affianca un’offerta formativa all’altezza della complessità del mondo della matematica. Il nostro consiglio? Dare un’occhiata al sito della CIIM (la sopracitata Commissione Italiana per l’Insegnamento della Matematica): mette a disposizione dei docenti numerosi materiali, anche gratuiti, per approfondire la materia con la sicurezza di seguire protocolli validati dalla comunità scientifica. L’autonomia didattica è importante, ma non può prescindere dalla consapevolezza scientifica della propria disciplina.

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