I complementi diretti
I complementi diretti sono quei complementi che non
COMPLEMENTI DIRETTI
Nell’analisi logica della preposizione è possibile distinguere tre complementi diretti: il complemento oggetto, il complemento predicativo del soggetto e il complemento predicativo dell’oggetto.
COMPLEMENTO OGGETTO
Risponde alle domande:
- chi?
- che cosa?
Esempio: Edoardo legge il libro.
COMPLEMENTO PREDICATIVO DEL SOGGETTO
Esistono alcuni verbi che, per acquisire un significato, hanno bisogno di essere seguiti da un nome. È il caso, per esempio, di tutti i verbi “elettivi” (quei verbi che indicano l’elezione del soggetto ad un certo ruolo). La frase “Piero è stato eletto” è incompleta, infatti il predicato ha bisogno di essere seguito dalla carica per la quale Piero è stato eletto. Il nome o l’aggettivo che segue il verbo è un complemento diretto: il complemento predicativo del soggetto, in quanto si riferisce al soggetto della frase.
I verbi che necessitano di un complemento predicativo sono:
- i verbi appellativi, come chiamare e soprannominare;
- i verbi elettivi, come eleggere e nominare;
- i verbi estimativi, come credere e giudicare;
- i verbi effettivi, come fare, rendere e diventare.
Esempio: Luca è stato eletto rappresentante.
COMPLEMENTO PREDICATIVO DELL’OGGETTO
Se i verbi di cui parlavamo sopra vengono usati nella forma attiva, il complemento predicativo non sarà più riferito al soggetto, ma all’oggetto (il complemento oggetto).
Esempio: Le maestre hanno nominato Luca rappresentante.
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