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Orto didattico

orto didattico

Su italiachecambia.org leggiamo la testimonianza di una maestra nel bresciano, che racconta come hanno reagito i bambini all’introduzione di un orto didattico nella loro scuola: “con entusiasmo fin da subito, lasciandosi coinvolgere e trascinare, ma anche suggerendo e agendo. Credo che troppo spesso a scuola forniamo agli studenti risposte, invece di porre loro domande o problemi. Stavolta abbiamo detto loro: bene, abbiamo tre cassoni ricolmi di buona terra ed erbacce e un pezzo di Terra pieno di sassi a nostra disposizione, che si fa?

Da allora ogni idea ne ha trascinata con sé un’altra. Per esempio, mentre attendevamo pazientemente i primi germogli, abbiamo ripulito i vialetti scavando e togliendo i sassi che affioravano, poi siamo passati ai muri, liberandoli da una parietaria davvero rigogliosa, lì da anni ormai. Ci sono bambini che, dopo pranzo, lavoravano nell’orto anche per un’ora e mezza senza sosta. E bambini che all’inizio non toccavano nulla se non indossando i guanti che a maggio rimestavano nella terra con naturalezza. Avresti dovuto vedere il loro stupore quando abbiamo scoperto che una pianta di fico era nata fra i sassi del muro e altre due fra quelli del monumento ai caduti lì vicino. Sono già diventate le protagoniste dei testi che scriveremo a settembre e il bello è che è stata una proposta dei bambini, così li collegheremo alle attività che abbiamo programmato per ripercorrere i sentieri della Grande Guerra, soggiornando per qualche giorno nella Casa del Parco dell’Adamello a Vezza d’Oglio“.

Coltivare un orto significa sperimentare l’attesa e la fatica, due grandi assenti del mondo virtuale. Significa comprendere il valore del cibo che mangiamo e lo sforzo che si nasconde dietro le confezioni di plastica scintillanti che arrivano sulle nostre tavole. Per qualcuna/o, coltivare un orto potrebbe significare smettere di sprecare.

Coltivare un orto significa imparare a mangiar bene, diventando consapevoli della stagionalità dei prodotti, dei loro colori e delle loro caratteristiche. L’educazione alimentare rimane una nebula astratta se prima non mostriamo loro come viene prodotto il cibo.

Coltivare un orto significa fare ricerca scientifica: documentarsi sulle buone pratiche, sui tempi e sulle esigenze di ciascuna specie. Significa immergersi nella natura cercando di non lasciare niente al caso. D’altra parte, significa anche riflettere sul tema della vita e sul limite oltre il quale l’uomo dovrebbe fermarsi: è giusto utilizzare un fertilizzante per raddoppiare le produzione di quella piantina di pomodori? È giusto spargere un insetticida o un pesticida per abbattere il rischio che le piante possano ammalarsi e produrre di meno? E ancora: possiamo fidarci se chi vende quei prodotti sostiene che siano innocui? Come potremmo scoprire se sono dannosi o meno?

Si tratta di domande logiche, elementari. Ma quanti di noi se le sono poste davvero e hanno cercato di darsi una riposta? Coltivare un orto, per i più grandicelli, potrebbe essere l’occasione per scoprire leggi, normative e certificazioni che regolano la produzione. Esiste una moltitudine di possibilità didattiche, di spunti di riflessione.

Ma in queste iniziative, la scuola non deve essere lasciata da sola: anche a casa, in famiglia, è possibile fare molto. Per chi non ha un giardino o la disponibilità di uno spazio esterno, allestire una fioriera con le erbe aromatiche è un ottimo compromesso. Per chi ha un balcone, è possibile coltivare tante specie vegetali in vaso. Fatevi aiutare dai bambini, lasciate che scoprano le forme e i profumi delle piante.
Il nostro mondo ha bisogno di un cambiamento profondo e questo non può che venire dalla natura e dall’animo umano: con l’orto li riscopriamo entrambi.

FONTI

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