La dittatura di Silla

In seguito alle riforme dei Gracchi e ai tumulti che ne erano derivati, a Roma si erano formate due fazioni contrapposte:

  • gli ottimati, ovvero gli aristocratici;
  • i popolari, ovvero la plebe e i cavalieri.

Negli anni successivi, tuttavia, il Senato mantenne una linea di governo molto prudente, confermando la legge agraria (pur con alcune modifiche a vantaggio degli aristocratici).
Nel 91 a.C. gli italici, ai quali non era stata concessa la cittadinanza, fecero scoppiare la guerra sociale, per ottenere i diritti politici. La guerra durò quattro anni e si concluse nell’88 a.C. con il riconoscimento della cittadinanza a tutti i popoli italici ma non solo: tutti gli abitanti delle città che avessero deciso di sottomettersi spontaneamente a Roma avrebbero ottenuto la cittadinanza romana.

Nello stesso anno, Lucio Cornelio Silla viene eletto console. Silla era un comandante aristocratico che aveva vinto numerose guerre alla testa delle sue legioni. Il Senato e gli ottimati avevano deciso di puntare su Silla e sul suo prestigio per contrastare il leader dei popolari, Mario. Appena un anno più tardi, Silla venne inviato a combattere contro Mitridate VI, re del Ponto. Questo giovane re, infatti, aveva dato vita a un’alleanza di popoli dell’Asia per contrastare l’espansione romana.
Mario, tuttavia, non accettò la decisione di far condurre l’esercito a Silla e lo fece richiamare a Roma. Silla, che si trovava in Asia, non appena ricevette la comunicazione che gli intimava di rientrare, fece rientrare tutte le legioni.
Entrato a Roma con l’esercito, Silla non rinunciò alla sua carica. Invece, diede inizio a una sanguinosa guerra civile contro Mario e i suoi sostenitori. La guerra durò poco: Mario, che non aveva un esercito, fu costretto a fuggire in Africa insieme ai suoi.
Silla diventò dittatore: per la prima volta dalla nascita di Roma, un console aveva utilizzato l’esercito per prendere il potere e aveva violato le leggi democratiche e il patto sociale che, fino a quel momento, aveva tenuto insieme la Repubblica.
La carica di dittatore non era mai stata utilizzata per governare: il dictator, infatti, era un comandante che assumeva i pieni poteri sull’esercito e sul governo solo in casi di eccezionale gravità. Questa carica era stata ideata per permettere a Roma di fronteggiare gravi minacce mettendo – temporaneamente – un uomo di valore al comando.

Silla, divenuto dittatore, riprese la guerra contro Mitridate VI, che sconfisse in breve tempo. Al giovane re, Silla impose condizioni di pace pesanti. Nel frattempo, Mario era tornato dall’Africa e lo schieramento dei popolari aveva ripreso a contrastare il console. Questa volta Silla si nominò dittatore a tempo indeterminato e cominciò a perseguitare militarmente Mario e i suoi simpatizzanti.
Una delle mosse più spiacevoli di Silla fu la pubblicazione delle liste di proscrizione. In questi elenchi erano scritti i nomi di tutti coloro che avevano appoggiato Mario. Chi era inserito nelle liste di proscrizione poteva essere ucciso in qualsiasi momento, senza un regolare processo. Inoltre, non poteva accedere alle cariche pubbliche e i suoi beni venivano confiscati dallo Stato.
Silla e i suoi uomini inserirono in queste liste non solo i nemici politici, ma anche i nemici personali, dando inizio a una serie di sanguinose vendette.
Inoltre, Silla propose la riforma sillana, che toglieva ai tribuni della plebe i loro diritti e rendeva l’accesso alle cariche pubbliche più complesso; questa riforma fu proposta a vantaggio del Senato e dei patrizi. Tuttavia, la riforma di Silla vietava di far entrare l’esercito a Roma: con questa norma, il dittatore sperava che nessun altro si sarebbe impadronito del potere come aveva fatto lui.
Un altro effetto importante della riforma fu legato ai veterani dell’esercito: Silla dispose che a ciascun veterano, al termine del suo servizio nell’esercito, fosse assegnato un appezzamento di terreno, in modo tale che potesse ritirarsi a vita privata.

Nel 79 a.C. Silla si ritirò dalla politica e lasciò la carica di dittatore. Roma tornò ad essere una Repubblica. Tuttavia, la dittatura di Silla aveva creato un pericoloso precedente: il console era stato il primo uomo ad impadronirsi del potere grazie all’appoggio dell’esercito e a violare apertamente le leggi della Repubblica.

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