L’espansione di Roma

I Romani, con la fine della monarchia e dopo essersi riorganizzati politicamente e militarmente, cominciarono una campagna di espansione. Roma, da piccolo villaggio divenne la principale potenza del Mediterraneo, controllando tutta la penisola italica e numerose colonie in Africa, Spagna, Grecia e Asia.

L’ESPANSIONE DELLA REPUBBLICA ROMANA

LE GUERRE SANNITICHE

L’Appennino meridionale, a Sud di Roma, era abitato dalla popolazione dei Sanniti che, negli anni, si era spinta ad occupare le pianure fertili della Campania. I Romani, che avevano intenzione di occupare quella regione, ingaggiarono con i Sanniti le cosiddette guerre sannitiche, che cominciarono nel 349 a.C. e si protrassero fino al 290 a.C. Fu una guerra lunga e sanguinosa, durante la quale anche i romani subirono perdite e sconfitte.
Con la fine delle guerre sannitiche i romani occuparono l’appennino meridionale e la Campania, spingendosi fino ai confini della Magna Grecia.

LA GUERRA DI PIRRO

La parte meridionale della penisola italiana (quella composta attualmente dalla Puglia, dalla Basilicata e dalla Calabria) formava la cosiddetta Magna Grecia: era cioè composta da colonie fondate dai greci e che si erano mantenute sotto l’influenza greca.
I romani cercarono di sottomettere anche queste colonie. Una tra le più ricche e potenti era la città di Taranto, colonia spartana che chiese aiuto a Pirro, re dell’Epiro (una regione della Grecia). Pirro sbarcò in Italia con un esercito ben armato e con alcuni elefanti da guerra.
L’esercito romano non aveva mai affrontato in battaglia gli elefanti e fu sconfitto da Pirro al confine tra la Campania e la Puglia. Il re, tuttavia, perse molti dei suoi uomini e il suo esercito fu indebolito dalla battaglia.
Non appena arrivarono i rinforzi romani, i soldati e gli elefanti di Pirro furono sconfitti definitivamente a Maleventum, nel 275 a.C.
I romani conquistarono la città di Taranto e la città di Maleventum, in onore della loro vittoria, fu rinominata Beneventum (è l’attuale città di Benevento, in Campania).
Le altre colonie della Magna Grecia, che avevano assistito alla sconfitta di Taranto, decisero di arrendersi spontaneamente ai romani e così, nell’arco di alcun anni, il controllo di Roma si estese a tutta l’Italia meridionale.

LA CONQUISTA DELLA SICILIA E LE GUERRE PUNICHE

Dopo aver sottomesso le colonie della Magna Grecia i romani presero di mira la Sicilia: quest’isola dal clima mite, infatti, permetteva di controllare i traffici marittimi nel Mediterraneo ed era particolarmente fertile. Tuttavia, in Sicilia si trovavano alcune importanti colonie cartaginesi.
Cartagine era una città fondata dai fenici ed era la principale potenza navale del Mediterraneo. Controllava le rotte commerciali e possedeva colonie in Sicilia, Sardegna e perfino in Spagna.
L’arrivo dei romani in Sicilia diede inizio alle guerre puniche, grande guerra contro Cartagine per il controllo del Mar Mediterraneo. Durante la prima guerra punica i Romani sconfissero i cartaginesi sia sulla terraferma che per mare. Al termine della prima guerra punica Roma controllava la Sicilia, la Sardegna e la parte meridionale della Spagna.

Ma i cartaginesi, umiliati dalla sconfitta, erano decisi a riprendersi i territori perduti. Sotto la guida del grande condottiero Annibale fu riunito un esercito di oltre 30 mila guerrieri cartaginesi e 37 elefanti, che partì alla volta dell’Italia. Annibale decise di attaccare i Romani da Nord: attraversò le Alpi con il suo esercito e scese attraversando la Pianura Padana e l’Appennino. I romani, colti di sorpresa e impreparati a fronteggiare un esercito così numeroso, vennero sconfitti prima sulle sponde del lago Trasimeno, poi a Canne, in Puglia. La sconfitta di Canne, nella quale i soldati di Annibale riuscirono ad accerchiare e decimare l’esercito romano, è una delle peggiori sconfitte mai subite da Roma nella storia.
I romani non si arresero e decisero di cambiare strategia. Invece di affrontare Annibale e il suo esercito in Italia, attaccarono i cartaginesi in Africa. L’esercito, guidato da Publio Cornelio Scipione (detto l’Africano), inflisse alcune sconfitte ai cartaginesi e Annibale dovette tornare in patria per evitare la distruzione di Cartagine. Alle porte di Cartagine, Annibale fu sconfitto nella battaglia di Zama. Questa sconfitta decretò la fine della seconda guerra punica.
Nel 149 a.C. i cartaginesi si ribellarono alla dominazione romana, dando inizio alla terza guerra punica. Questa volta fu Publio Cornelio Scipione Emiliano a guidare l’esercito romano che, dopo una vittoria schiacciante, fece radere al suolo Cartagine e fece cospargere la terra di sale, in modo che non potesse più crescervi niente.

LA CONQUISTA DELLA PIANURA PADANA

I territori a Nord di Roma e dell’Etruria (corrispondenti all’attuale pianura padana) erano occupati da varie popolazioni autoctone: galli, liguri, insubri. Già a partire dal 222 a.C. il senato aveva approvato una campagna di espansione nella pianura padana, ma dopo la discesa di Annibale i galli si erano ribellati ai romani e avevano riconquistato molti dei propri territori. Con il termine della seconda guerra punica, i romani sottomisero definitivamente la pianura padana e i suoi bellicosi abitanti.

LE CONQUISTE NEL MEDITERRANEO E IN ORIENTE

Accanto alla conquista della penisola italica, dopo la sconfitta definitiva di Cartagine i romani si trovarono a controllare: l’Africa settentrionale e le zone costiere della Spagna. A partire da queste colonie, estesero rapidamente la loro influenza verso l’interno dei due territori. Successivamente, conquistarono la Grecia e l’Oriente, sconfiggendo in  battaglia i Macedoni.
Al termine di queste conquiste Roma si trovò ad essere la principale potenza del Mediterraneo, il cui controllo si estendeva dalla Spagna al Medio Oriente. Tutte queste vittorie e queste conquiste portarono a Roma grandi ricchezze, oltre a un patrimonio culturale immenso.

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