Scusa: una delle sei paroline magiche da insegnare

Non è semplice ammettere un errore anche se è il modo migliore per crescere e migliorare le nostre relazioni. Pensiamoci: quante volte abbiamo chiesto scusa di recente, pur sapendo di essere dalla parte del torto?

Chiedere scusa non è mai un segnale di debolezza. Eppure oggi viene questa parola viene usata quasi come forma di scherno o come distratto intercalare: serve per far presente che non abbiamo capito qualcosa, una sorta di “mi dispiace”. L’aver perso la buona abitudine di scusarsi spesso ha impatto anche sui bambini, che spesso si scusano soltanto per farci contenti, senza aver riflettuto abbastanza sull’errore commesso.

Sicuramente insegnare ai più piccoli a scusarsi è una bella impresa. E’ però importante provarci, per far capire il valore delle azioni compiute e focalizzarci su un aspetto importante della vita. Per convivere in equilibrio è necessario riconoscere i propri errori, per evitare di ripeterli: spesso questo non accade e ci ostiniamo a sostenere la nostra posizione, anche quando siamo palesemente in torto.

Iniziare da piccoli a chiedere scusa, sinceramente pentiti, è una grande risorsa per il futuro. Partiamo dalle piccole azioni quotidiane: se il nostro bambino rompe un giocattolo di un amico, facciamogli presente che ha fatto una cosa sbagliata ed incoraggiamolo a chiedere scusa e a far giocare l’altro bimbo con i suoi giochi. Accompagnare un’azione errata ad un gesto altruista è un ottimo esempio per educare i nostri figli a non combinare guai e ad essere sempre gentili.

In questo modo, i bambini capiranno qual è l’azione scorretta e qual è quella corretta. Chiedere scusa però non basta: occorre l’empatia.
Occorre insegnare ai bambini “a non farlo più”, entrando in sintonia con la persona cui “fanno del male”.

LA PICCOLA PALESTRA DELLA PAROLA “SCUSA”

L’educazione emotiva è fondamentale ed è importante, come diciamo sempre, saper gestire le emozioni. Uno psicologo statunitense, Erik Fisher, in una recente intervista alla CNN ha proposto a questo proposito “Il mantra della famiglia”, per imparare a parlare insieme di sentimenti ed emozioni. Si fa in 4 step:

  • Pensare ai valori che si vogliono trasmettere e creare un “mantra di famiglia” che li espliciti: del tipo “noi siamo i Johnson e aiutiamo gli altri”.
  • Essere d’esempio: dobbiamo per primi scusarci, cambiando il nostro comportamento se sbagliato.
  • Saper vedere le cose sotto una diversa luce: aiutiamo i bambini a figurarsi come possano sentirsi gli altri , chiedendo come starebbero se fosse successo a loro o come pensano si senta il loro amico o ancora di cosa avrebbe bisogno per stare meglio.
  • Seguire la regola del “due volte al giorno”, cioè ogni giorno bisogna dire o fare almeno due cose gentili per qualcuno altro.

Se vuoi approfondire o trovare nuovi spunti, ti ricordiamo un libro che abbiamo recentemente presentato sulla nostra pagina Facebook. Si intitola Le sei storie delle parola magiche, edizioni Gribaudo, ed è stato scritto da Sara Agostini con le illustrazioni di Marta Tonin.

Parla con leggerezza di sei parole rimosse nel nostro vivere quotidiano (Ti voglio bene, Per piacere, Grazie, Scusa, Pazienza, Ciao) che possono aiutarci ad affrontare con serenità anche i momenti di tensione più forte con gli altri.

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