Sequenze narrative

Il testo narrativo scritto si può dividere in sequenze, ovvero frasi e insiemi di frasi che abbiano dei punti in comune. La divisione in sequenze ci permette di analizzare a fondo un testo narrativo qualsiasi.

Esistono quattro tipologie di sequenze:

  • SEQUENZE NARRATIVE: sono le sequenze che “mandano avanti la storia”, quelle in cui avvengono i fatti più importanti che compongono la narrazione
  • SEQUENZE DESCRITTIVE: corrispondono ad una descrizione particolareggiata di un personaggio, di un ambiente o di un evento
  • SEQUENZE DIALOGICHE: corrispondono ad un dialogo tra due personaggi
  • SEQUENZE RIFLESSIVE: corrispondono ai momenti di riflessione dell’autore o di un personaggio

Ciascuna sequenza presenta: un luogo, un tempo, dei personaggi, un’azione o un fatto. Quando cambiano uno o più di questi elementi, significa che ci troviamo di fronte a una nuova sequenza, diversa dalla precedente.

Nell’analisi di un testo breve, della lunghezza di qualche riga o di poche pagine è possibile esercitarsi a riconoscere le varie sequenze.

Nel caso di un romanzo, però, vi sono centinaia (o migliaia) di sequenze: analizzarle tutte sarebbe impossibile. In questo caso, si ricorre ad un nuovo concetto, quello di MACROSEQUENZA. Una macrosequenza è un insieme di sequenze (narrative, descrittive, dialogiche e riflessive) che hanno uno o più punti in comune tra loro (gli stessi personaggi, lo stesso luogo o lo stesso tempo).

ESERCIZI SULLE SEQUENZE NARRATIVE

Un classico esercizio sulle sequenze narrative consiste nel chiedere di dividere in sequenze un brano di testo (tratto da un bel classico per bambini e ragazzi, se possibile!). Si potrebbero usare quattro colori diversi, per individuare le quattro tipologie di sequenze.

Dividere in sequenze non è sempre semplice e, diversamente dall’analisi grammaticale, non è scontato; per questa ragione ti consigliamo di cominciare con delle esercitazioni di gruppo da discutere con tutta la classe.

Ecco due esempi.

ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE

Dividi questo testo in sequenze, individuando con quattro colori diversi le sequenze narrative, quelle descrittive, quelle dialogiche e quelle riflessive. 

Alice cominciava a sentirsi assai stanca di sedere sul poggetto accanto a sua sorella, senza far niente: aveva una o due volte data un’occhiata al libro che la sorella stava leggendo, ma non v’erano né dialoghi né figure, – e a che serve un libro, pensò Alice, – senza dialoghi né figure?
E si domandava alla meglio, (perché la canicola l’aveva mezza assonnata e istupidita), se per il piacere di fare una ghirlanda di margherite mettesse conto di levarsi a raccogliere i fiori, quand’ecco un coniglio bianco dagli occhi rosei passarle accanto, quasi sfiorandola.

Non c’era troppo da meravigliarsene, né Alice pensò che fosse troppo strano sentir parlare il Coniglio, il quale diceva fra se: «Oimè! oimè! ho fatto tardi!» (quando in seguito ella se ne ricordò, s’accorse che avrebbe dovuto meravigliarsene, ma allora le sembrò una cosa naturalissima): ma
quando il Coniglio trasse un orologio dal taschino della sottoveste e lo consultò, e si mise a scappare, Alice saltò in piedi pensando di non aver mai visto un coniglio con la sottoveste e il taschino, né con un orologio da cavar fuori, e, ardente di curiosità, traversò il campo correndogli appresso e arrivò appena in tempo per vederlo entrare in una spaziosa conigliera sotto la siepe.

Un istante dopo, Alice scivolava giù correndogli appresso, senza pensare a come avrebbe fatto poi per uscirne. La buca della conigliera filava dritta come una galleria, e poi si sprofondava così improvvisamente che Alice non ebbe un solo istante l’idea di fermarsi: si sentì cader giù rotoloni in una specie di precipizio che rassomigliava a un pozzo profondissimo.

PINOCCHIO

Dividi questo testo in sequenze, individuando con quattro colori diversi le sequenze narrative, quelle descrittive, quelle dialogiche e quelle riflessive. 

Appena entrato in casa, Geppetto prese subito gli arnesi e si pose a intagliare e a fabbricare il suo burattino.
“Che nome gli metterò?” disse fra sé e sé. “Lo voglio chiamar Pinocchio. Questo nome gli porterà fortuna. Ho conosciuto una famiglia intera di Pinocchi: Pinocchio il padre, Pinocchia la madre e Pinocchi i ragazzi, e tutti se la passavano bene. Il più ricco di loro chiedeva l’elemosina”.
Quando ebbe trovato il nome al suo burattino, allora cominciò a lavorare a buono, e gli fece subito i capelli, poi la fronte, poi gli occhi. Fatti gli occhi, figuratevi la sua maraviglia quando si accòrse che gli occhi si movevano e che lo guardavano fisso fisso. Geppetto, vedendosi guardare da quei due occhi di legno, se n’ebbe quasi per male, e disse con accento risentito: “Occhiacci di legno, perché mi guardate?”
Nessuno rispose.
Allora, dopo gli occhi, gli fece il naso; ma il naso, appena fatto, cominciò a crescere: e cresci, cresci, cresci, diventò in pochi minuti un nasone che non finiva mai.
Il povero Geppetto si affaticava a ritagliarlo; ma più lo ritagliava e lo scorciva, e più quel naso impertinente diventava lungo.
Dopo il naso gli fece la bocca.
La bocca non era ancora finita di fare, che cominciò subito a ridere e a canzonarlo.
“Smetti di ridere!” disse Geppetto impermalito; ma fu come dire al muro.
“Smetti di ridere, ti ripeto!” urlò con voce minacciosa.
Allora la bocca smesse di ridere, ma cacciò fuori tutta la lingua.

ESERCIZI SVOLTI

Per capire meglio come individuare le sequenze, proviamo a svolgere una parte dell’esercizio sul testo tratto da “Alice nel paese delle meraviglie”

Alice cominciava a sentirsi assai stanca di sedere sul poggetto accanto a sua sorella, senza far niente: aveva una o due volte data un’occhiata al libro che la sorella stava leggendo, ma non v’erano né dialoghi né figure, – e a che serve un libro, pensò Alice, – senza dialoghi né figure?
E si domandava alla meglio, (perché la canicola l’aveva mezza assonnata e istupidita), se per il piacere di fare una ghirlanda di margherite mettesse conto di levarsi a raccogliere i fiori, quand’ecco un coniglio bianco dagli occhi rosei passarle accanto, quasi sfiorandola.

Questa è un’unica SEQUENZA RIFLESSIVA, che riporta i pensieri di Alice annoiata dal libro che stava leggendo.

Non c’era troppo da meravigliarsene, né Alice pensò che fosse troppo strano sentir parlare il Coniglio, il quale diceva fra sé: «Oimè! oimè! ho fatto tardi!» (quando in seguito ella se ne ricordò, s’accorse che avrebbe dovuto meravigliarsene, ma allora le sembrò una cosa naturalissima):

Questa è una SEQUENZA RIFLESSIVA: anche se introduce la figura del Coniglio e l’azione della sequenza immediatamente successiva, riporta ancora i pensieri di Alice.

ma quando il Coniglio trasse un orologio dal taschino della sottoveste e lo consultò, e si mise a scappare, Alice saltò in piedi pensando di non aver mai visto un coniglio con la sottoveste e il taschino, né con un orologio da cavar fuori, e, ardente di curiosità, traversò il campo correndogli appresso e arrivò appena in tempo per vederlo entrare in una spaziosa conigliera sotto la siepe. 

Questa, invece, è una SEQUENZA NARRATIVA: infatti, Alice vede (o immagina di vedere) un coniglio e scatta all’inseguimento. Curiosità: è grazie a questa sequenza narrativa che Alice scopre il Paese delle Meraviglie; se non avesse inseguito il coniglio non sarebbe mai caduta nella sua tana!

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