Il buio nella stanza

Questo racconto fa parte della raccolta “Storie di paura”.

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Il buio nella stanza

Testo di: Jessica Parolin

Successe durante una notte buia e tempestosa, da cui ci si potrebbe aspettare di tutto, ma veramente di tutto!
L’aveva capito bene Giovanni, un dolce fanciullo di quattro anni, che non riusciva proprio a prendere sonno quella notte, tanto erano i tuoni ed i lampi là fuori.
Si girava e rigirava nel suo lettino, sbadigliando per il sonno e stringendo forte il suo giocattolo preferito: lo sceriffo Woody di Toy Story.
La pioggia continuava fitta e da poco il vento aveva iniziato ad ululare così forte, che sembrava ci fossero i lupi nel cortile di casa!
Giovanni ad un certo punto si accorse di un leggero scrosciare che proveniva dalla finestra della sua camera: la tapparella era rimasta un po’ aperta e stava entrando la pioggia! Così, disse allo sceriffo Woody: “Dobbiamo subito andare a chiamare mamma e papà, altrimenti si allagheranno i giocattoli, con la tempesta che c’è!”. Il nostro piccolo amico mai si sarebbe immaginato quello che stava per succedere…
Giovanni fece per accendere la luce dal pulsante ma rimase buio: era saltata la corrente. Visto il temporale che c’era, poteva sembrare anche normale.
“Faremo uso della pila nel mio comodino, sceriffo Woody, e riusciremo ad arrivare a destinazione” disse al suo compagno, come se fossero in missione.
Allora prese la pila, l’accese e scesero dal letto. Tuttavia, Giovanni notò una strana testa gigantesca e un collo altrettanto grande, da cui si intravedevano le spalle, riflessi sul soffitto della camera. Neanche farlo apposta, in quel momento un lampo tuonò e Giovanni spalancò gli occhi, urlando: “Aiuto, qui c’è un mostro enorme!”.
Mamma Angela e papà Pietro si svegliarono di soprassalto e corsero subito dal loro cucciolo. Lo trovarono in preda alle lacrime che stringeva forte il suo giocattolo preferito.
La mamma assieme al papà lo abbracciarono con l’abbraccio più forte che potevano. La mamma gli chiese: “Amore di Gio, cos’è successo? Questo temporale è proprio brutto, vero? Hai fatto un brutto sogno?”. Il bambino rispose, singhiozzando e tremolando: “No mamma, ero venuto per chiamarvi perché entrava acqua dalla finestra, ma quando mi sono alzato ho visto sul soffitto un mostro!”. Nel frattempo era ritornata la luce.
Pietro e Angela si guardarono ed esclamarono, un po’ intimoriti, rivolti a Giovanni: “Un mostro?!”. Il bambino balbettando rispose: “Sì un mostro grande con la testa più enorme della vostra messa insieme! Avevo appena preso in mano la pila e l’ho visto sul soffitto!”. Allora i due genitori, che stavano ancora coccolando il piccolo, capirono di cosa si intendeva e fecero un leggero sorriso fra loro. Il fanciullo allora disse: “Perché state sorridendo? L’ho visto davvero e ho avuto paura!”. Il papà rispose: “Certo non mettiamo in dubbio che tu non abbia avuto paura ma devi sapere, caro il mio piccolo Gio, che quella era la tua ombra!”. “La mia ombra?!” esclamò sorpreso Giovanni. La mamma sorridendo disse: “Sì era un’ombra, tutti ce l’abbiamo e le vedrai sempre riflesse, anche di giorno se stai attento!”. Il bambino quasi non ci credeva e volle fare qualche prova con mamma e papà, spegnendo e accendendo la luce. Alla fine capì che era semplicemente la verità e asciugandosi le lacrime, sorrise anche lui.
Intanto il forte temporale era cessato e si sentiva solamente una leggera pioggia, assieme a qualche tuono lontano.
“È meglio che per stanotte vieni a dormire con noi, basta con le forti emozioni.” enfatizzò il papà. “Sì viene con me anche Mr. Woody!” disse Giovanni.
L’indomani non ebbe più paura delle ombre e, anzi, imparò a giocarci insieme in giardino e con le mani!

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