Cenerentola

cenerentola

Cenerentola è una fiaba francese di Charles Perrault.

Cenerentola

C’era una volta un ricco mercante, vedovo; l’uomo aveva una figlia e insieme, ogni mattina, andavano a portare dei fiori alla mamma. Qualche tempo dopo il padre si risposò e andò a vivere con la nuova moglie, che aveva due figlie, brutte, invidiose e monelle. Così, per la prima figlia, cominciò una vita di umiliazioni e fatica.
La ragazza doveva cucinare, pulire la casa, accendere il fuoco e fare tutte le faccende domestiche, mentre le due sorellastre la schernivano e facevano la bella vita. Ogni volta che il padre usciva per i suoi affari, le due sorellastre si facevano portare gemme e gioielli, mentre Cenerentola – così chiamavano la sua prima figlia, che a furia di lavorare era sempre coperta di cenere – non chiedeva altro che un rametto o un fiore da portare alla sua mamma.
Un giorno, il re diede una gran festa al suo palazzo: sarebbe durata tre volte e tutte le belle ragazze del regno erano invitate; in questo modo, il principe avrebbe potuto scegliere una principessa. Le due sorellastre decisero di partecipare e chiamarono Cenerentola, perché preparasse loro i vestiti migliori e acconciasse i loro capelli. Cenerentola fece come chiedevano; di nascosto, però, si mise a piangere disperata: anche lei avrebbe voluto partecipare al ballo, ma la matrigna glielo aveva proibito categoricamente.

Visto che la ragazza insisteva, la matrigna prese un piatto di lenticchie e le gettò nella cenere del camino.
“Se in due ore riuscirai a recuperarle tutte, potrai andare al ballo anche tu” disse a Cenerentola, pensando che non ce l’avrebbe mai fatta. La fanciulla andò nell’orto e chiamò a sé gli uccellini: “Colombelle, tortorelle e voi altri, uccellini del cielo, io vi prego! Venite con me e aiutatemi a raccogliere le lenticchie: quelle buone nel piattino, quelle marce nel cestino”.
Gli uccellini accorsero e in meno di un’ora tutte le lenticchie buone erano state posate nel piattino.
Cenerentola lo portò alla matrigna, ma quella le disse: “Non hai vestiti e non sai ballare; verresti derisa da tutti”. Ma la ragazza scoppiò in lacrime, così la matrigna disse: “Se in un’ora riuscirai a raccogliere dalla cenere due piatti di lenticchie, potrai venire anche tu”; anche questa volta, pensava che non ce l’avrebbe mai fatta. Cenerentola chiamò di nuovo tutti gli uccellini e in meno di mezz’ora finirono il lavoro. Ma la matrigna era già uscita di casa per andare alla festa, insieme alle sue figlie.
Cenerentola, rimasta sola, andò a trovare la mamma e gridò sulla sua tomba: “Piantina, scuotiti, scrollati, d’oro e d’argento coprimi”. Un uccellino le gettò un vestito d’oro e d’argento, insieme ad un paio di scarpette da ballo. Così, Cenerentola andò alla festa; lì, il principe la prese per mano e non ballò con nessun’altra ragazza. Ma al momento di accompagnarla a casa, Cenerentola scappò via e si nascose nella colombaia: non poteva certo far vedere al principe che dormiva nella cenere! Quando il principe bussò alla porta di casa, la matrigna buttò giù la colombaia, ma non trovarono nessuno; così, il principe tornò al castello.

Il giorno dopo, Cenerentola aspettò che la matrigna e le sorellastre fossero uscite, poi andò sulla tomba della madre e disse di nuovo: “Piantina, scuotiti, scrollati, d’oro e d’argento coprimi”. Di nuovo, un uccellino le portò un vestito tempestato di gioielli e le sue scarpette da ballo. Il principe la prese per mano e ballò solo con lei. Ma al momento di accompagnarla a casa, Cenerentola scappò via e si arrampicò su un albero di pero.  Quando il principe bussò alla porta di casa, la matrigna buttò giù il pero, ma non trovarono nessuno; così, il principe tornò al castello.
Il terzo giorno, Cenerentola tornò sulla tomba e l’uccellino le gettò un abito ancora più bello dei primi due; inoltre, le portò un paio di scarpette d’oro e di vetro. Quando si presentò al castello, il principe e i nobili rimasero senza parole per la meraviglia. Il principe ballò con lei tutta la sera, ma a mezzanotte Cenerentola fuggì via, prima che il principe potesse accompagnarla a casa. Nella corsa, una delle sue scarpette rimase sulla scalinata del palazzo.
Il principe la raccolse e il giorno dopo annunciò: “La mia sposa sarà la fanciulla che riuscirà a calzare questa scarpetta d’oro”. Le due sorellastre di Cenerentola si fecero avanti. Toccò alla prima: il suo piede era troppo grosso per la scarpetta, ma lei fece forza serrando il piede e infilò la scarpetta. Poi, salì sul cavallo del principe, con le lacrime agli occhi per il dolore.

Il principe la stava portando al castello, ma gli uccellini, posati su un cespuglio di nocciolo, cinguettarono al principe: “Volgiti, volgiti, guarda: quella non è la sua scarpetta. Strettina è la scarpetta, la vera sposa è ancor nella casetta”.
Il principe guardò il piede e si accorse che la scarpetta stritolava il piede della ragazza. Così, la riportò a casa e fu il turno della seconda sorella: il suo piede era decisamente troppo grosso, così la matrigna glielo tagliò a metà, in modo che potesse entrare nella scarpetta. La ragazza si fece forza e salì sul cavallo del principe. Ma anche questa volta, gli uccellini cominciarono a cinguettare:
“Volgiti, volgiti, guarda: quella non è la sua scarpetta. Strettina è la scarpetta, la vera sposa è ancor nella casetta”.
Il principe si accorse dell’inganno e tornò indietro. “Non avete altre figlie in questa casa?” chiese alla matrigna. “C’è soltanto Cenerentola, la mia figliastra; ma è impossibile che sia lei la sposa. Il principe le disse di andare a chiamarla e la matrigna non poté più nasconderla.
Cenerentola andò a lavarsi le mani e il viso e si presentò al principe: la scarpetta le calzava a pennello. Il principe riconobbe la splendida ragazza con cui aveva ballato durante le tre sere di festa e gridò: “Questa è la mia sposa!”, poi mise la ragazza sul suo cavallo e partì con lei, verso il castello. Questa volta, gli uccellini posati sui rami di nocciolo cinguettarono al principe:
“Volgiti, volgiti, guarda: questa volta la scarpetta non è troppo piccina. Porti a casa la vera sposina”.
E così, il giorno dopo furono celebrate le nozze tra Cenerentola e il principe.

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