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La leggenda del convolvolo

la leggenda del convolvolo

La leggenda del convolvolo

C’era una volta una fatina, come ce ne sono tante: volava da un fiore all’altro e giocava a schizzare gocce di rugiada con sue amiche. La sera giocava insieme alle lucciole a rincorrersi, lasciando in giro polvere di stelle. Questa fatina, Azzurrina era il suo nome, viveva in un fiore molto strano: era bianco, a forma di campanella e i suoi rametti sottili si attorcigliavano ovunque. La regina delle fate chiamava quel fiore convolvolo; dopo averlo assegnato ad Azzurrina come casa, le aveva raccomandato: “Bada bene fatina mia, questa pianta è molto speciale. Il suo cuore è sensibile: fiorirà quando ti sentirai felice, ma se ti arrabbierai, stritolerà tutto coi suoi rami. Presta attenzione”.
La regina non pronunciò per caso quelle parole: nonstante il nome aggraziato, Azzurrina era una fatina irascibile e i suoi capricci riecheggiavano spesso nel prato. Montava in furia se le lumache non la portavano dove voleva, se il Sole era troppo caldo, se era troppo poco caldo, se le sue amiche sceglievano un gioco diverso da quello che voleva lei. In buona sostanza, Azzurrina era sempre scontenta e questo fece crescere il suo convolvolo a dismisura: le altre fatine smisero di avvicinarsi, per paura di finire stritolate dai rami di quello strano rampicante. Così Azzurrina rimase sola ma, ciò che è peggio, se la prese con il mondo intero: “Nessuno mi vuole! Nessuno mi capisce”. La sua rabbia fu tale che i tralicci riccioluti del convolvolo – sul quale ormai non era rimasto nemmeno un fiore – crebbero a dismisura e invasero ogni angolo del giardino profumato. Azzurrina stava guardando con ammirazione il frutto della sua rabbia quando si accorse di un esserino accasciato al suolo; era una falena grigia, che giaceva agonizzante.
Azzurrina la guardò preoccupata e si dimenticò della sua rabbia: “Cosa ti è successo?”. Poi, all’improvviso capì: la falena, che un tempo viveva nei fiori del convolvolo, aveva perso la sua casa a causa della rabbia di Azzurrina. Ormai non c’erano più fiori e la falena era rimasta sotto il Sole tutto il giorno.
“Che cosa ho fatto!” gridò azzurrina con la voce strozzata. “Scusami; ah, se solo potessi aiutarti…”.
Ma non finì la frase perché scoppió a piangere e singhiozzare. Una delle sue lacrime cadde sul convolvolo e propriò lì nacque un fiore, bianco e profumato; le altre lacrime invece finirono nel calice del fiore, riempiendolo. Quando Azzurrina alzò gli occhi e lo vide, sorrise.
Azzurrina fece bere la falena dal calice del convolvolo e lei riprese a poco a poco le forze.
Quando fu in grado di parlare nuovamente, osservò Azzurrina e le disse: “Grazie per quello che hai fatto per me”.
“Grazie? Ma io stavo per ucciderti …”
“Niente affatto, tu mi hai salvata. Tutti sbagliamo e ci arrabbiamo, ma una parola magica, detta col cuore può cambiare le cose. Quella parola è “scusa”.
Da quel giorno Azzurrina e la falena vivono insieme tra i fiori del convolvolo e ogni volta che una delle due si arrabbia, l’altra si sede accanto a lei e l’ascolta.

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