La Falena di Luna

la falena di luna

LA FALENA DI LUNA

Alessia de Falco & Matteo Princivalle

C’era una volta una falena di Luna.
Era appena uscita dalla sua crisalide quando fu colta da una terribile tristezza; “Sono così bella” si diceva la falena, “eppure vivrò soltanto una notte. Vorrei essere libera di vivere, come le stelle. Loro rimangono in cielo miliardi di anni ed io… una notte soltanto”.
La falena decise di chiedere consiglio alle stelle e, poiché non c’era tempo da perdere, si mise in viaggio per raggiungerle.
Attraversò il cielo e proseguì, finché non si trovò davanti a una piccola stella assonnata.
“Che cosa sei? E cosa ci fai qui nel cielo stellato?” chiese la stella alla falena, stropicciandosi gli occhi.
“Sono una falena. Una falena di Luna per la precisione” rispose lei, posandosi su un piccolo asteroide di fronte alla stella.
“Sono venuta qui per imparare il segreto della libertà”.
“Della libertà?” le fece eco la stella, sbadigliando. “Non so cosa voglia dire”.
“Ma come” ribatté la falena, “la libertà di fare quel che si vuole”. Il piccolo insetto montò in furia: ”Insomma: tu puoi vivere miliardi di anni e io no. Io voglio vivere! È questa la libertà”.
La stella fissò pensierosa la falena di Luna.
“Tu vorresti vivere a lungo, ma ti assicuro che noi stelle ne faremmo volentieri a meno. Hai idea di quanto sia noioso rimanere immobili, ruotando come biglie, per un miliardo di anni? Mi ricordo che una volta, pur di passare il tempo, mi sono messa a contare le altre stelle dell’universo; sono arrivata a novecentosettantasei miliardi e ottantadue milioni”.
“Che numero!” pensò la falena che, anche a mettersi d’impegno, sarebbe morta prima di contare fino a mille.
“Sai cosa vorrei?” continuò la stella; “vivere una notte soltanto, ma poter fare il giro del mondo volando sulle mie ali, proprio come voi farfalle. E invece sono ferma nel cielo, a contare e pensare, a contare e pensare, a contare e pensare…”
La stella continuava a ripetere quelle parole, “contare e pensare”, come un disco rotto.
La falena rimase lì ancora un poco, poi scese nuovamente sulla Terra: a differenza della stella, non aveva tempo da perdere in chiacchiere.
Una cosa, però, l’aveva capita: non desiderava più la libertà delle stelle. Quella non era libertà! Erano schiave tanto quanto lei: le falene di Luna vivono poco, le stelle non possono muoversi.
Mentre rifletteva su questo fatto, vide qualcosa luccicare davanti a lei: era l’alba.
“Chissà cosa c’è laggiù” si chiese la falena, “quella luce è così brillante. È bellissima”.
Le nacque nel cuore un grande desiderio di vedere l’alba, così spiegò le sue ali verdi come smeraldi e volò libera verso il Sole.

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