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I giochi son giochi


Alessia de Falco & Matteo Princivalle

L’estate volgeva al termine e anche per Sophie era arrivato il giorno che tutti i bambini attendeva con ansia: il primo giorno di scuola.
La bambina era eccitata dall’idea di conoscere tante nuove amichette con cui giocare ad “Acchiappa la fatina” o “Inventa la tua pozione fiorita”.

Quei giochi glieli aveva insegnati la Fata Clorofilla, la magica creatura da cui la bambina non si separava mai. A dirla tutta, Sophie avrebbe dovuto lasciare a casa la sua magica amica durante le ore di lezione, ma non se ne crucciava troppo: avrebbe avuto così tante cose da raccontarle al suo rientro!

Il primo giorno di scuola trascorse in fretta. Fata Clorofilla era rimasta a casa, in trepidante attesa di Sophie. Non appena la sentì rientrare, le volò intorno, sbattendo le alette scintillanti. “Raccontami com’è andata, sono curiosissima”. Ma la bambina scosse la testa facendo ondeggiare la codina di boccoli biondi, butto lo zainetto per terra e si sedette sul suo lettino, guardando per terra imbronciata.

La fatina le si poggiò su una spalla e le chiese dolcemente: “Cosa c’è che non va?”.

“Beh” iniziò la bambina con una vocina stridula vicino al pianto “tanto per cominciare, nella mia classe ci sono solo maschi. Poi, visto che ci sono solo maschi, all’intervallo ho dovuto giocare a calcio e tu lo sai che odio il calcio. E per finire, Quando ho chiesto ai miei compagni se volevano giocare a “Acchiappa la fatina”, si sono messi a ridere”.

Fata Clorofilla la guardò pensierosa, poi le disse: “So io cosa ci vuole per te: una bella tazza di cioccolata calda e una fiaba”. E, mentre preparava la merenda iniziò a raccontare.

“C’era una volta una tigrotta molto carina che aveva un problema: era l’unica femminuccia della cucciolata e i suoi fratellini facevano giochi che non le piacevano tanto. Si rincorrevano, giocavano alla lotta e le facevano molti dispetti.

La tigrotta si annoiava un sacco: quanto le sarebbe piaciuto avere un’amica con cui raccogliere fiorellini o giocare alle pozioni fiorite!

Passavano i giorni, i cuccioli crescevano e la tigrotta si sentiva sempre più triste e sola. Un giorno, mentre guardava sconsolata la savana, una cavalletta le si posò sul naso: “Ehi tu, che ci fai qui tutta sola?”. La cavalletta era una gran chiacchierona e, a forza di saltellare qua e là, mise di buon umore la tigrotta che le raccontò tutto.

“Uhm, mi sembra di capire che non ti trovi tanto con quei maschiacci … Sai che ti dico? A volte, per risolvere un problema, bisogna guardarlo da una diversa prospettiva”. “Cosa intendi dire?” chiese la tigrotta, guardandola con i suoi occhioni curiosi. “Dico solo che forse dovresti incuriosirle i tuoi fratellini proponendogli tu un gioco nuovo, che possa piacere a tutti”.

“Ci sono! Inventerò una caccia al tesoro delle fate!”. E così fece: nascose fiori profumati in vari nascondigli e, quando fu tutto proprio, chiamò gli altri cuccioli: “Ehi, vi sfido a trovare tutti i tesori che ho nascosto”. Fu un pomeriggio indimenticabile: a volte, ci si sente un po’ fuori luogo o non capiti ma, se guardiamo bene nel nostro cuore, troveremo sempre un modo di giocare con i nostri amici. Del resto, chi trova un amico, trova un tesoro, maschietto o femminuccia che sia.

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