La leggenda della camelia

Questo racconto fa parte delle raccolte “Fiabe dal mondo” e “Storie di primavera“.

LEGGETE ANCHE: La leggenda delle margheriteLa tartaruga parlante

La leggenda della camelia

Leggenda giapponese. Testo (a cura di): Alessia de Falco e Matteo Princivalle

Tanto tempo fa, il dio del vento e delle piogge Susanoo fu esiliato sulla Terra; egli infatti aveva mancato di rispetto a sua sorella Amaterasu, allagando e distruggendo i campi che la dea aveva costruito per sfamare gli uomini. La dea, per vendicarsi, aveva fatto calare l’oscurità sul mondo intero e per gli altri dei non fu affatto semplice placare l’ira di Amaterasu. Ci riuscirono soltanto a una condizione: quella di cacciare Susanoo.

Il dio comprese il suo errore e giurò che da quel momento in avanti avrebbe impiegato tutte le sue forze per difendere gli uomini e permettere al bene di trionfare. Poco dopo, mentre attraversava la regione di Izumo, una coppia di anziani lo supplicò in ginocchio di aiutarli: “Aiutaci straniero! Il terribile Orochi sta per divorare anche l’ultima delle nostre figlie; le altre sette ormai le ha già uccise sette e nel villaggio non è rimasta nemmeno una ragazza”.

Orochi era un serpente mostruoso: aveva otto code e otto teste, e i suoi occhi sono rossi come il fuoco e il suo ventre era coperto di fiamme e sangue bollente. Orochi, da molto tempo minacciava gli abitanti di Izumo: se non gli avessero consegnato ogni mese una ragazza da divorare, lui avrebbe distrutto ogni cosa.

Quando sentì questa storia Susanoo decise di aiutare i due anziani: li seguì fino al loro villaggio ed escogitò un piano per salvare la loro figlia, la bella Kushinada. Per cominciare il dio trasformò la fanciulla in un pettine, in modo che il serpente non potesse vederla né sentire il suo profumo. Poi mise davanti alla porta di casa della ragazza otto barili, pieni di sakè (il vino giapponese).

L’indomani, Orochi arrivò alle prime luci dell’alba. Susanoo si era nascosto dentro un cespuglio e l’anziano padre di Kushinada offrì il sakè al serpente. Gli disse: “Prima che tu prenda mia figlia, accetta questo dono. È il mio sakè migliore ed è tutto per te, grande e potente Orochi”.

Il serpente tuffò una delle sue teste in un barile e bevve tutto d’un fiato. Il vino era così buono che anche le altre sette teste vollero berlo e si tuffarono ognuna in un barile.

Subito dopo, il serpente cadde a terra ubriaco e si addormentò. Fu allora che Susanoo uscì dal suo nascondiglio, sguainò la sua spada e tagliò le teste una dopo l’altra, poi tagliò anche le code. Orochi fu sconfitto e dove erano cadute le gocce del suo sangue crebbero delle piante che nessuno aveva mai visto prima. Erano le camelie, chiamate anche “rose del Giappone”: i loro fiori erano bellissimi e dentro ciascuno di essi era racchiuso lo spirito di una delle fanciulle divorate dal mostro.

la leggenda della camelia

Non avete trovato il contenuto che stavate cercando? Chiedetecelo: ogni mese realizziamo i materiali più richiesti dai lettori! Ecco il modulo per le nuove richieste: Chiedi un contenuto.

Iscrivetevi alla Newsletter o al canale Telegram per ricevere gli ultimi aggiornamenti dal sito.