Il pomo della discordia: un mito greco che ci parla di invidia
Il mito di Paride e il pomo della discordia, riassunto brevemente di seguito, prende luogo nell’antico Olimpo ed è un perfetto esempio di come l’insidiosa invidia lasci sempre a mani vuote chi da essa è colto.
Giove intanto mandava dal Cielo un carro tirato da bianche colombe e in quel cocchio Venere apparve agli Dei riuniti sull’Olimpo ad attenderla. Un saluto trionfale accolse la nuova Dea e tutti, unanimi, la elessero regina della bellezza!
Ma le altre due Dee, Giunone e Minerva, che fino allora avevano tenuto lo scettro della bellezza sull’Olimpo, sentirono una punta di invidia a quelle ovazioni entusiaste. E ne approfittò la livida Discordia per eccitare gli animi al rancore e gettare inosservata per terra un pomo di massiccio oro, dove era scritto “Alla più bella”.
Giunone subito lo raccolse, Minerva glielo strappò di mano, Venere reclamò per sé la mela scintillante. Giove per mettere fine al litigio disse alle tre Dee: “Scendete tutte e tre sul monte Ida e chiedete il giudizio del principe Paride che sta guardando pascere i suoi armenti sulla prateria. Egli deciderà quale di voi sia la più bella!”.
Le Dee obbedirono e, scese sulla montagna, dissero al bel principe pastore: “A chi di noi daresti tu il pomo destinato alla Dea più bella?” Paride rimase a lungo stupito davanti a quelle sfolgoranti bellezze e veramente non sapeva neppure lui quale scegliere.
Ma infine, mentre le divinità attendevano intrepide il suo giudizio, si accostò a Venere e le diede il pomo, dicendo: “A te Venere, il pomo della bellezza”. E così, da allora, la Dea nata dalla schiuma candida delle acque di Cipro restò incontrastata regina di grazia e di amore nell’Olimpo e il suo irresistibile sorriso assoggettò il Cielo e la Terra.
(fonte: ilpaesedeibambinichesorridono.it)