La Rosa e il Ranocchio

È facile illuderci di essere persone importanti e di non aver bisogno degli altri. Purtroppo, questi brutti pensieri portano a conseguenze devastanti. Ce lo insegna un brevissimo racconto:

LA ROSA E IL RANOCCHIO

Testo: Alessia de Falco & Matteo Princivalle

C’era una volta una rosa bellissima, che era considerata da tutti la rosa più bella del giardino. Un giorno, però, la rosa si accorse che nessuno si avvicinava a lei: ai suoi piedi abitava un ranocchio dall’aspetto ripugnante, che teneva alla larga i visitatori.
“Devi assolutamente andartene da qui” disse la rosa al ranocchio. “Non posso tollerare che una creatura così brutta abiti ai piedi di un fiore tanto bello”.
Il ranocchio se ne andò: “Se vuoi che me ne vada, così sia”.
Qualche tempo dopo, però, tornò da quelle parti a recuperare degli oggetti che aveva dimenticato. Il ranocchio trovò la rosa senza foglie e con i petali pieni di buchi.
“Cosa ti è successo? Perché sei così malridotta?” domandò alla rosa.
“Da quando sei andato via, le formiche e le cimici sono salite sulle mie foglie e mi hanno divorata. Non hanno risparmiato neppure i petali. E adesso, non tornerò mai bella come un tempo” rispose la rosa piangendo.
“È naturale: finché abitavo ai tuoi piedi, mangiavo tutti gli insetti che si avvicinavano al tuo fusto; per questa ragione eri tanto bella”.

Questa storia insegna che spesso ci crediamo superiori agli altri e pensiamo che coloro che ci circondano non servano a nulla. Eppure, abbiamo sempre qualcosa da imparare dagli altri e nessuno tra coloro che ci circondano andrebbe disprezzato.

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