La stella marina che riprese a danzare

La stella marina che riprese a danzare

Alessia de Falco & Matteo Princivalle

C’era una volta una stella marina. Era bella, rossa e aveva un sogno: diventare una ballerina ed esibirsi come étoile al Teatro Oceanico.
La stellina trascorreva molto tempo ad allenarsi, sotto l’occhio attento di Madame Medusa, la direttrice della Scuola dei Sette Mari: pliés, développés, arabesques, pirouettes …
Le giornate erano fatte di allenamenti intensi, ma nessuno degli aspiranti ballerini demordeva, anzi, si incoraggiavano uno con l’altro. E anche Madame Medusa, sebbene fosse molto esigente e a tratti severa, non perdeva occasione per lodare i suoi allievi.
“Bravi ragazzi, continuate così” erano le sue parole di arrivederci, ogni sera, al termine della lezione.
Un bel pomeriggio, terminati gli esercizi quotidiani, un gamberetto propose agli amici ballerini: “Che ne dite se facciamo un salto alla laguna viola? Stasera ci sono le murene acrobatiche che ballano il rock and roll, non voglio perdermele per nulla al mondo”. Non fu difficile convincere gli amici, stellina compresa: in breve la comitiva di ballerini si avviò verso la laguna viola, un posto pieno di artisti e di musica. Mentre nuotavano e si facevano scherzi, una forte corrente li spinse indietro, inspiegabilmente, così in fretta che nessuno riuscì a ripararsi.
Era la rete a strascico di un peschereccio che stava saccheggiando il mare.
“Aiuto”, urlò la stellina, intrappolata nella rete. Il seguito fu ancor più drammatico: mentre lottava per liberarsi, la rete tagliente strappò una delle sue braccia.
La stella marina fluttuò verso il fondo fino e si adagiò, senza forze, sulla sabbia. Era viva, ma il suo cuore era spezzato: “Come potrò a danzare senza una delle mie gambette?”, pensò, appena si riprese dallo spavento.
“Non preoccuparti, ricrescerà”, la confortarono subito gli amici sopravvissuti, accorsi ad aiutarla.
Ma la stellina non ne volle sapere: si rintanò in una grotta, lontana da tutti e decise di vivere sola e di smettere di danzare.
“Non metterò mai più piede su un palco”, si disse risoluta.
Passarono alcuni giorni e la stellina iniziò ad annoiarsi.
Senza pensarci troppo, meccanicamente, iniziò a piroettare sulla gambetta rimasta.
Cadde quasi subito, non essendo abituata a quel nuovo equilibrio, eppure quel mezzo volteggio le diede una grande forza: “La musica è dentro di me, sarà il cuore a guidarmi, anche se sono diversa da ciò che ero”.
Così si rialzò e ritentò; provò ancora e ancora.
Dopo qualche tempo si presentò alla Scuola di Danza, salutando i suoi vecchi compagni.
“Eccomi, sono pronta per riprendere da dove mi ero interrotta” disse eccitata.
“Ti aspettavamo”, disse Madame Medusa, “con o senza la tua gambetta, sei una ballerina. La forza è nel nostro cuore, dobbiamo solo imparare ad ascoltarlo”.
E detto questo, inaspettatamente, sorrise, prima di riprendere con gli allenamenti.
La stellina riprese a danzare e, pian piano, vide ricrescere la sua gambetta.

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