Straluccio il cavalluccio e la stella Martina

Straluccio il Cavalluccio passava le giornate nascosto vicino a un anemone.
Non sembra tanto divertente detto così, ma a lui piaceva; infatti, dietro ai tentacoli spugnosi della pianta marina, c’era lei, a guardarlo, poggiata alla ruvida ostrica Perla.
Straluccio il cavalluccio non sapeva se quella stella marina di cui non conosceva il nome amava giocare a nascondino o cosa.Ma se ne stava sempre lì, a guardarlo dritto dritto negli occhi senza parlare.“Chissà cosa pensa di me?” Si chiedeva, a volte incuriosito, a volte imbarazzato.Incerto se fare un passo avanti oppure retrocedere, faceva passare le giornate così. Ad osservarla pensoso.Ogni tanto lei si allontanava, perché Ricciolo il Paguro la chiamava o Orione il Barracuda rapiva il suo sguardo.
Però a fine giornata tornava sempre lì a parlare con Perla e a guardarlo di sottecchi, ridendo per il solletico che le facevano i tentacoli dell’anemone intrecciati alle sue lunghe braccia arancioni.Un giorno la stellina sparì. Non per poche ore, come spesso accadeva, ma per un tempo che dire infinito sembrava poco.Straluccio il Cavalluccio era inquieto. E’ vero che non si parlavano, per dir la verità nemmeno conosceva il suo nome.
Ma se lei non c’era era come se gli mancasse un pezzetto, non capiva bene cosa stesse succedendo, era come avere un buchetto nel cuore.
“Cosa le sarà capitato?”. E fu così che andò a cercarla.Grande fu la sorpresa quando se la ritrovò davanti, solo pochi metri più in là. Lo aspettava dietro ad un piccola roccia incrostata di muschi verdi e azzurri. “Perché te ne sei andata?” chiede Straluccio.“Perché mi hai seguito?” lo sfidò lei.
“Perché non ti vedevo. E senza di te mi manca un pezzetto di cuore”.
“Mi chiamo Martina. E se tu non ci sei anche a me manca un pezzetto di cuore”.
Allora Straluccio prese un bel respiro e ci mise tutto il coraggio che aveva nel dirle queste poche parole che a lui sembravano un lungo racconto: “Tanto piacere Martina. Io sono Straluccio. Non ho molte pretese, ma, se tu lo vuoi, possiamo diventare amici e fare insieme un pezzetto di strada”.
“Sì Straluccio, mi faresti felice. Però non deludermi, non deludermi mai. E sarai sempre mio amico”.Il cavalluccio marino non capì bene il senso di quella frase, ma le parole uscirono più in fretta del pensiero: “Non ti deluderò mai, prometto. Non ci riuscirei nemmeno provandoci”. Fu così che divennero amici. Non importava quanto sarebbe stato lungo il percorso e se avrebbe to trovato lungo la strada il famelico pesce Vampiro o l’antipatica murena Violetta.
Il fatto di sapersi vicini, tra l’anemone giallo e la ruvida ostrica, rendeva più piacevole il cammino.

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