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Sviluppo sensoriale: tutti ne parlano, ma cos’è?

Uno dei temi più gettonati dai vari educatori, montessoriani e non, è quello dello sviluppo sensoriale del bambino. Si propongono esercizi, guide, libri, corsi e chi più ne ha più ne metta. Ma al di là del fumo, che si fa presto a farlo, c’è anche l’arrosto?




Ecco a voi qualche riflessione sullo sviluppo sensoriale del bambino.

Cos’è lo sviluppo sensoriale?

sviluppo sensorialeIn psicologia si intende per sviluppo sensoriale l’insieme delle tappe che portano il neonato ad acquisire la padronanza dei sensi e dell’ambiente. Ad esempio:

  • alla nascita i neonati sanno distinguere la voce umana da altri suoni, così come distinguono le note di una scala tonale.
  • il neonato ha una sensibilità tattile sorprendente, sa distinguere tra lievissime differenze di pressione
  • la visione invece si sviluppa nel tempo, un neonato ha un’acuità visiva da 10 a 30 volte minore a quella di un adulto

Gli psicologi dello sviluppo e della percezione, attraverso una miriade di test noiosissimi e sconosciuti ai più (ad esempio l’eye tracking, ovvero un sofisticato sistema che permette di monitorare il punto di fissazione visivo per capire se un neonato reagisce a uno stimolo) hanno studiato questi fenomeni, che trovano interessantissimi.

A noi invece basta sapere che un bambino di un anno di età ha già perfetta padronanza dei suoi sensi, in quanto ha concluso lo sviluppo sensoriale, in modo del tutto naturale e senza bisogno di aiuti esterni.

E allora? Perché tutti ci propongono attività di sviluppo sensoriale?

Una buona domanda. Se il bambino ha già padronanza dei sensi, perché dovremmo stimolarli? Per rispondere bisogna rifarsi allo stretto legame che c’è nel bambino tra sensi e cognizione e tra sensi ed emozione. Il bambino vive in un mondo di sensazioni e non di logica, procede toccando e sperimentando, stabilisce associazioni tra uno stimolo sensoriale e un’emozione.

attività tattili
Sperimentare i sensi non insegna, ma rasserena. O meglio, insegna che esplorare il mondo è un’attività bellissima.

Questo dipende dal fatto che lo sviluppo sensoriale è già completo, mentre quello cognitivo ed emotivo è solo agli inizi. In sostanza, si utilizza un campo in cui si è forti per crescere negli altri.

Le attività di sviluppo sensoriale, di fatto, servono per stimolare emozioni positive, l’intelligenza emotiva, per migliorare il rapporto con il mondo, in definitiva sono un potente strumento per calmare e rasserenare. Formulato in altri termini, è uno dei principi cardine delle attività montessoriane, che permettono ai bambini di giocare con sensi e ambiente.

Quindi sono utili?

Certamente sì, anche se a volte si fa un po’ di confusione tra i termini e si pensa una cosa al posto di un’altra. Sono utilissime per indurre serenità: il bambino percepisce perfettamente la differenza tra le varie superfici tattili, ma questo è un gesto che gli piace, che fa da sempre, che lo rassicura e lo aiuta ad esplorare il mondo.

Ricordiamoci sempre quello che si diceva sopra: il bambino scopre il mondo con i sensi, non con la logica.

Quindi ben venga che gli facciate toccare pareti, tessuti, sassi, che lo facciate camminare scalzo e via dicendo. Promuoverete la fiducia e la sicurezza, crescerete un bambino che sa che il mondo è alla sua portata in quanto, sin da piccolo, ha potuto esplorarlo con gli strumenti che aveva.

Lettura, proto-lettura e attività visive

Abbiamo detto che la vista non è perfettamente sviluppata. Ecco un riassunto delle principali tappe dello sviluppo visivo:

Il neonato è in grado di riconoscere il volto umano e i contorni degli oggetti. Tra 1 e 3 mesi aumenta l’acuità visiva , si aggiunge la percezione della profondità e la capacità di percepire stimoli visivi complessi. Entro gli 8 mesi l’acuità visiva si approssima a quella di un adulto, mentre si aggiungono la capacità di seguire con gli occhi oggetti in rapido movimento o oggetti parzialmente coperti.

Una pagina bianca con qualche punto colorato. E' la genialità di Hervè Tullet, ma è anche una pagina che un bambino piccolo percepirà e alla quale si interesserà.
Una pagina bianca con qualche punto colorato. E’ la genialità di Hervè Tullet, ma è anche una pagina che un bambino piccolo percepirà e alla quale si interesserà.

Quindi, a 8 mesi un bambino vede come noi. Tuttavia, è possibile potenziare la capacità di percepire stimoli visivi. Un ottimo modo è quello di utilizzare gli action book, a metà tra tatto e vista; in questo modo, si crea un collegamento forte tra i due sensi di cui il bambino trarrà grandi benefici.

Esempi di libri che consigliamo per bambini a partire dall’anno di età sono: Orso, buco! e Un libro. Entrambi giocano sul contrasto stimolo-pagina bianca, così come su forme semplici che il piccolo riesce a percepire e con cui può giocare.

L’unico “vero” esercizio di sviluppo sensoriale

Mentre le attività tattili e uditive hanno poco a che vedere con lo sviluppo dei sensi in sè, come dicevamo prima, c’è un senso che ha bisogno di essere sollecitato: il gusto.

I bebè amano i gusti dolci, mentre evitano amaro, piccante e gusti troppo forti. Questo può essere un bell’impiccio, specie quando crescono e continuano a non voler mangiare di tutto.

Da cosa dipende? E’ un comportamento innato: l’uomo associa i sapori dolci a cibi commestibili e quelli amari a cibi velenosi; è un retaggio che ci portiamo dietro dall’età della pietra, quando ci nutrivamo di bacche e frutti. Tuttavia, in una società che si è evoluta dal punto di vista alimentare e che persegue una dieta sana, è un’attitudine da modificare.

Come? Attraverso l’educazione. Fate assaggiare di tutto, proponete dei giochi col gusto, come riconoscere un cibo dal sapore o provare dei gusti nuovi e diversi. Se proposti come giochi difficilmente i bimbi rifiuteranno.







Approfondimenti

Se cercate approfondimenti scientifici sullo sviluppo sensoriale e cognitivo dei bambini, potete ricorrere all’ampia manualistica universitaria in tema di psicologia dello sviluppo. In particolare, noi abbiamo fatto riferimento a:

Berti, Bombi (2005) Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, Bologna

a cura di Matteo Princivalle

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