UNO STUDENTE SU TRE È INSUFFICIENTE

Apprendiamo con preoccupazione che il 34% degli studenti italiani, al termine della terza media (scuola secondaria di primo grado) non ha raggiunto competenze alfabetiche e numeriche sufficienti. Faticano a leggere, non comprendono e non riescono a risolvere semplici quesiti matematici legati alla vita quotidiana.

Nel rapporto SDG leggiamo che: “Le competenze alfabetiche, numeriche e per la lingua inglese sono molto basse per alcuni gruppi di studenti In Italia, la quota di ragazzi iscritti al terzo anno delle scuole secondarie di primo grado che non raggiungono la sufficienza nelle competenze alfabetiche è del 34,4%; in matematica, del 40,1%. In media, il 26,1% degli studenti non raggiunge il livello A2 nella comprensione dell’inglese scritto e il 43,7% il livello A2 nella comprensione dell’inglese parlato“.
In sostanza, i nostri ragazzi vengono sì promossi in quantità, ma tra di loro si annida una percentuale preoccupante di ignoranti e incompetenti (parole da intendere nell’accezione etimologica pura, al di là di qualsiasi velleità di giudizio). Queste statistiche sono estrapolate a partire dai test INVALSI, che permettono di mappare le competenze di base degli studenti italiani.

Qual è la soluzione? Aumentare il numero delle bocciature? Rivedere i programmi e tornare ad una scuola di stampo tradizionale? Abolire l’autonomia scolastica? A Repubblica.it, il direttore dell’INVALSI, Paolo Mazzolli, ha fornito la propria visione della situazione : “probabilmente, il nostro insegnamento è ancora troppo scolastico. Mentre le prove Invalsi non sono prove propriamente scolastiche, scandagliano competenze durevoli, profonde. Ecco perché, probabilmente, i ragazzi entrano in difficoltà appena si trovano di fronte alla risoluzione di problemi di realtà o nel decodificare i significati più profondi di un testo scritto“.

Ma un’altra spiegazione è possibile, ed è il declino della cultura. Nella nostra società, la cultura è sempre meno presente. Siamo distratti da ninnoli tecnologici e da un carico di informazioni eccessivo. Quanti di noi trovano il tempo di leggere una favola classica o un buon romanzo? Quanti di noi trovano il tempo per approfondire l’attualità tecnologica o scientifica? Pochissimi. Questo non dipende dalla mancanza di tempo – che accompagna l’uomo e la sua breve esistenza fin dagli albori – ma dalla mancanza di una buona gestione del proprio tempo. Se perdiamo due ore ogni giorno a controllare gli aggiornamenti di stato dei nostri contatti su Facebook, ecco che perdiamo l’opportunità preziosa di arricchire la nostra cultura.
E fintanto che gli adulti, modello ed esempio per i bambini e i ragazzi, non riporteranno in auge l’amore per la cultura, ben poco potrà cambiare. L’incompetenza, in altri termini, è un ospite inquietante (parafrasando l’analfabetismo emotivo del filosofo Galimberti) della nostra società; incompetenza che nasce da una mente bombardata quotidianamente dalla pubblicità e dagli interessi di pochi.

FONTI

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